Il Tribunale Amministrativo della Regione Sicilia ha accolto il ricorso di alcuni cittadini contro l’Ordinanza del Sindaco di Agrigento n. 6 del 12.01.2022 che stabiliva lo stop alle lezioni in presenza, fino al 16 gennaio, per le materne, elementari e medie. “La chiusura delle scuole è illegittima”, e, per l’effetto, sospendersi l’esecutività dell’impugnata ordinanza, con l’immediato ripristino delle modalità di prestazione e di fruizione dei servizi educativi, scolastici e didattici così come regolati dalla normativa emergenziale di rango primario. La dad, può essere attivata solo in situazione di “condizioni di eccezionale gravità che riguardino nello specifico la popolazione scolastica. Non necessariamente in zona rossa che non è il caso del Comune di Agrigento attualmente in zona arancione. “Abbiamo la necessità di avere un quadro più preciso – spiega il sindaco di Agrigento Francesco Miccichè da noi contattato – in modo tale che in questi giorni avremo modo di capire meglio insieme all’Asp l’andamento del covid. E’ solo un fatto di prudenza. Dovrò confrontarmi con l’Asp per capire il da farsi”.
Il Tar ha evidenziato che la competenza appartiene allo Stato, trattandosi di “profilassi internazionale”.
La decisione del Tribunale amministrativo di Palermo però è chiara, e non riguarda solo la chiusura di Agrigento ma anche quella di altri comuni come il capoluogo regionale dove il sindaco Orlando aveva firmato analoga ordinanza e tanti altri municipi siciliani interessati dalle stesse disposizioni. Si torna a scuola in presenza dunque così come auspicato dal primo ministro Draghi: “ai ragazzi si chiede di stare a casa, poi fanno sport tutto il pomeriggio e vanno in pizzeria? Non ha senso chiudere la scuola prima di tutto il resto, ma se chiudiamo tutto torniamo all’anno scorso e non ci sono i motivi per farlo”. Sulla stessa linea la Regione Siciliana, l’assessore all’Istruzione, Roberto Lagalla, ha spiegato che “non ci sono le condizioni giuridiche per sospendere ulteriormente le attività’ didattiche”. Poi il colpo di scena, con i ragazzi già con gli zaini e le merende pronte per il rientro a scuola, solo a tarda sera di mercoledì, arrivava la decisione dei sindaci che in ordine sparso optano per un ulteriore rinvio di due giorni. Al sindaco del capoluogo Francesco Miccichè non rimaneva che adeguarsi alle decisioni dei colleghi dell’Anci e nella sua ordinanza che circolava in tarda notte nei gruppi whatsapp si ritieneva più opportuno ricorrere alla dad. “Chiudere le scuole per timore è un grande errore. I ragazzi possono andare in sala giochi, in pizzeria ma non a scuola, questo fa passare un messaggio terribilmente diseducativo. Aver chiuso le scuole in questi due anni ha già provocato un enorme danno culturale. I ragazzi devono tornare a scuola, devono farlo seriamente e in serenità. Con il virus bisogna convivere, sarebbe assurdo pensare di rinchiuderci in casa fin quando non sparisca”. A contestare la scelta dei sindaci è Giorgio Bongiorno, presidente del comitato Italia Viva Agrigento Sturzo. “In Sicilia regna il caos sulla riapertura delle scuole, mentre nel resto d’Italia tutte sono aperte – denuncia la deputata siciliana del Movimento 5 Stelle, Rosalba Cimino -. Rimandare non porta a nulla, occorre aprire e garantire la sicurezza con i mezzi necessari”. Sulla questione sono stati sollecitati a intervenire il prefetto di Agrigento e perfino il ministero degli Interni”.
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