BIVONA. Il segretario della Cgil di Agrigento, Massimo Raso, ha scritto una lettera aperta al ministro dell’Interno, al Prefetto di Agrigento ed all deputazione agrigentina sulla vicenda che vede protagonista Ignazio Cutrò.
“Per noi – spiega Raso – Ignazio Cutrò in tutti questi anni è stato un simbolo, il simbolo di una Sicilia che rialza la testa, di un Imprenditore che ha deciso di non sottostare al ricatto mafioso ed è diventato “testimone di giustizia”. Le recenti intercettazioni dell’ “operazione Montagna” ci hanno dato conferma di come “la mafia non dimentica”. Noi non abbiamo le informazioni che ovviamente solo gli organi di polizia possono avere circa i pericoli cui è sottoposta una persona, ma certo è che il segnale che arriva è davvero brutto e preoccupante e vorremmo che persone come Ignazio Cutrò debbono essere sicure e che, per questa via, altri Imprenditori possano seguirne l’esempio. Per queste ragioni vi chiediamo di rivedere questa decisioni per tornare ad assicurare a Cutrò ed alla sua famiglia quella tranquillità che hanno perduto”.
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