La cena perfetta è quella di cui, dopo tanto tempo, si parla ancora. Quella che non ci lascia il ricordo di una portata, ma di uno sguardo d’intesa, di un buon vino, di un’altra Favara. Quella che ha come filo conduttore l’Etna in stile Firriato e la splendida cornice dell’hotel Alba Palace sullo sfondo, non a caso da molti considerato come il ristorante più bello della zona, a cui si è aggiunta l’eccellenza gastronomica sotto la guida della famiglia Alba, rappresentata da Antonio. Uno che da queste parti ha creduto su ricettività e ristorazione prima ancora che arrivasse la Farm. Un vero pioniere, così come sono sempre nuove e innovative le sue creazioni, come, appunto, l’hotel Alba Palace. E da uno così non puoi che aspettarti che si affidi a gente che ha professionismo e passione nel sangue come Dino Bartolomeo, capace di spingere l’azienda Firriato con amore e dedizione.
Inevitabile che l’abbinamento delle portate con i vini dell’Etna prodotti nella tenuta di Cavanera sia stato un successo, a cominciare dal Gaudensius Blanc de Blancs abbinato alla crema di lenticchie nere con mantecato di baccalà e uova di salmone. Il Gaudensius blanc de noir si accosta al filetto di maialino affumicato con mele cotogne, cavanera rovo delle conturnie, stresel di pinoli e miele. Lo Chef Salvatore Agnello, un altro che sa il fatto suo, abbina con oculatezza i fusilli verrigni trafilati al bronzo su consommè di fagiolini e salmone balik al bianco Le sabbie dell’Etna.
La degustazione continua con un cru della tenuta etnea di Firriato, ossia il Cavanera Rovo delle Coturnie abbinato a uno stinco stracotto per ben 42 ore a basse temperature. Una vera delizia per il palato anche il contorto di carciofi all’olio evo e patate schiacciate e la sua jus. Tutto secondo un filo conduttore che segue stagionalità e prodotto del posto. Per non parlare dei dolci: da mangiare prima con gli occhi. Un vassoio di deliziosi pasticcini di mandorle con taralli e ricci al pistacchio. Perfetto l’abbinamento con l’Ecrù , il passito di zibibbo vinificato con l’Esclusivo metodo dell’infusione che esalta odori e sapori tipici di questa terra.
Ma di questa splendida serata restano soprattutto i ricordi di un luogo. L’architettura emotiva del cibo un codice riconoscibile e via via più preciso: non ti racconta solo come si cucina uno stinco di maiale, ma si sofferma su un profumo, sulla cura dei dettagli. Dettagli che trasformano il sapore in un ricordo. Se a questo aggiungiamo la presenza degli enologi della Firriato, Giuseppe Pellegrino che è la memoria storica dell’azienda e Giovanni Manzo, che insieme rappresentano presente, passato e futuro. Non può che venirne fuori una cena perfetta: quella dell’Alba Palace potremmo intitolarla così.