di Alfonsa Butticè
Un viaggio nelle viscere della Kolymbethra da oggi sarà possibile grazie all’apertura di un nuovo percorso ipogeo che collega il Giardino alla Porta V dell’antica cinta muraria di Agrigento.
Questa mattina è stato inaugurato il nuovo percorso alla presenza del vicepresidente del FAI, Marco Magnifico, che entusiasta ha parlato dell’importanza sinergica tra FAI e Parco Archeologico della Valle dei Templi di Agrigento: “le cose si fanno quando si fanno insieme e devo dire che con il dott. Campo e il dott. Giuseppe Parello ci siamo trovati all’unisono nel portare continuamente nuovi dettagli, la passerella, l’ipogeo ecc… un’attenzione per un pubblico sempre crescente, un’opera comune in uno dei posti più belli del mondo. – Continua Magnifico – è un’emozione che si somma ad altre emozioni dove c’è la concretezza dei 700.000 visitatori e dei nuovi lavori archeologici, come la scoperta del Teatro. C’è un grande futuro per Agrigento.”
Il Percorso molto suggestivo ed emozionante avviene all’interno di una cavità ricca dal punto di vista archeologico, speleologico e naturalistico. Si sviluppa per 185 metri in cui è possibile sentire gli odori delle pareti bagnate dall’acqua, toccare la calcarenite umida e percorrere una cavità illuminata dalla fioca luce delle torce sugli elmetti, dove tra punti più o meno bassi o altri molto stretti, si vive una sensazione magica sotto un tetto cosparso da migliaia di piccole stalattiti bianche che gocciolano acqua. Una galleria che racconta la storia dei prigionieri cartaginesi che l’hanno scavata a mano per dare l’acqua alla nostra città. L’ipogeo presenta tre ingressi, due all’interno del Giardino della Kolymbethra e uno nella zona di Porta V.
Particolari nella galleria sono le nicchie scavate nella roccia per far posto alle lucerne a olio e di “pedalore” sulle pareti verticali del pozzo, utili a consentire la discesa e la risalita all’interno della cavità. L’ipogeo, realizzato nella calcarenite gialla pleistocenica, risale al 480 a.c. periodo in cui iniziarono i lavori per la costruzione dei sotterranei che venivano realizzati per assolvere al fabbisogno di acqua, per immagazzinare derrate alimentari o come cave per i conci di calcarenite. In tempi più recenti queste cavità venivano usate come rifugio antiaereo durante le guerre mondiali.
Ad illustrare le peculiarità e i lavori dell’ipogeo, durati circa tre anni, è stato il direttore del Giardino della Kolymbethra Giuseppe Lo Pilato. All’inaugurazione erano inoltre presenti tutte le autorità locali, il direttore dell’Ente Parco Giuseppe Parello, il Capo Delegazione FAI di Agrigento Giuseppe Taibi, il Prefetto di Agrigento Nicola Diomede, il Cardinale Francenco Montenegro, il Comandante della Stazione dei Carabinieri di Agrigento Mario Mettifogo, il Questore di Agrigento Mario Finocchiaro, i quali dopo il taglio del nastro, hanno visitato l’ipogeo accompagnati dalla guida messa a disposizione per chiunque volesse visitare la suggestiva galleria.
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