La Procura della Repubblica di Agrigento, a firma del pubblico ministero Elenia Manno, ha chiesto il rinvio a giudizio nei confronti di 14 persone, quasi tutte di Canicattì, coinvolte in una maxi inchiesta antidroga. Tra i reati contestati a vario titolo, oltre cinquecento cessioni di crack, anche ricettazione ed evasione. Sul banco degli imputati siedono: Valentina Lo Manto, 34 anni, di Canicattì; Khemaies Hakimi, 41 anni, tunisino; Kabil Taler, 32 anni, tunisino; Salvatore Mantione, 54 anni, di Canicattì; Cristian Aprile, 23 anni, di Canicattì; Rached Bouaicha, 39 anni, tunisino; Ionut Toderita, 24 anni, della Romania; Costantin Marius Toderita, 26 anni, della Romania.
Ed ancora Laura Savaia, 29 anni, di Canicattì; Gioachino Amato, 45 anni, di Canicattì; Salvatore Calderaro, 47 anni, di Canicattì; Giuseppe Sorce, 37 anni, di Canicattì; Mirko Messina, 35 anni, di Canicattì e Beddreddine Ben Fraj, 36 anni, tunisino. L’udienza preliminare è stata fissata per l’11 marzo davanti al gup del Tribunale di Agrigento, Giuseppa Zampino. I difensori, fra gli altri, gli avvocati Gero Lo Giudice, Leonardo Marino e Diego Giarratana, potranno scegliere un rito alternativo al dibattimento. In caso contrario sarà il giudice a decidere se disporre il rinvio a giudizio.
Alcuni degli indagati, nonostante fossero ristretti ai domiciliari, continuavano a spacciare come se nulla fosse. Il crack, secondo quanto ricostruito dai poliziotti del Commissariato di Canicattì che si sono occupati delle indagini, veniva acquistato anche da giovani e giovanissimi. Negli atti dell’inchiesta viene fuori anche un giro di furti e ricettazione di auto, principalmente Fiat Panda. I reati contestati sono stati consumati tra l’aprile e il giugno 2022.
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