La Procura della Repubblica di Agrigento ha fatto notificare l’avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di sette imprenditori accusati di aver alterato le dichiarazioni dei redditi, attraverso fatture e operazioni ritenute fittizie, al fine di evadere l’imposta sui redditi e sul valore aggiunto. Il provvedimento è firmato dal procuratore capo Giovanni Di Leo e dal sostituto procuratore Giada Rizzo.
Gli indagati sono: Vincenzo Russello, 61 anni, di Grotte; Marialucrezia Sottile, 34 anni, di Racalmuto; Filippo Ferraro, 77 anni, di Riesi; Salvatore Di Mattina, 48 anni, di Canicattì; Maurizio Zaffuto, 55 anni, di Grotte; Davide Di Gioia, 47 anni, di Canicattì; Giuseppe Ricottone, 35 anni, di Racalmuto. Al centro dell’inchiesta i conti di alcune società operanti tra Canicattì, Racalmuto e Grotte.
Agli indagati, difesi dagli avvocati Gianfranco Pilato, Gerlando Vella, Giuseppe Giardina, Salvatore Pennica e Roberto Majorini, viene contestato l’aver indicato nelle rispettive dichiarazioni dei redditi elementi passivi fittizi per una evasione complessiva che sfiora i tre milioni di euro. Nel mirino degli inquirenti le dichiarazioni dei redditi comprese nel periodo tra il 2016 ed il 2019.