Era tornato da poco dalle vacanze, trascorse nel suo paese di origine, Campobello di Licata. Un tragico destino lo ha atteso ad Asti, la città in cui aveva scelto di vivere assieme alla moglie e dove si era trasferito per lavoro.
Giovanni Picone, 40 anni, campobellese d’origine, sposato e padre di tre figli (la più grande ha sette anni), è morto in un incidente stradale che si è verificato sull’autostrada A21 Torino – Piacenza, nei pressi di San Paolo Solbrito, poco prima della barriera di Villanova, sul cavalcavia che sale da Villafranca.
Picone viaggiava sul furgone della ditta per cui lavorava, la Medi.h., specializzata nella gestione di ausili per ospedali e case di cura, quando, sulla corsia verso Torino, ha violentemente tamponato un Tir che lo precedeva.
Uno schianto fortissimo che ha visto il mezzo più piccolo letteralmente “infilarsi” sotto il rimorchio dell’autotreno che lo precedeva.
Sul teatro dell’incidente è intervenuta un’eliambulanza del 118, ma il conducente del furgone è deceduto per le gravissime lesioni riportate. I rilievi sono stati eseguiti dalla polizia stradale. Nel frattempo è stata disposta la chiusura del tratto compreso tra il casello di Asti Ovest e la barriera di Villanova in direzione Torino per permettere le operazioni di soccorso e rimozione dei mezzi incidentati.
La notizia della morte di Giovanni Picone è subito rimbalzata a Campobello di Licata, dove vivono i genitori del ragazzo, Calogero e Grazia Picone ma anche a Ravanusa, città di origine della moglie, Silvana Alaimo, dove vivono i suoceri.
I genitori del giovane sono immediatamente partiti per Torino, affranti dal dolore per la scomparsa del proprio figlio. In paese e sui social il ragazzo è ricordato come un gran lavoratore, un ragazzo serio, senza vizi ma con molte virtù. I genitori avevano una bottega di generi alimentari e lui da piccolino li aiutava. Poi ha iniziato a lavorare come cameriere in una pizzeria a Campobello, fino a quando ha conosciuto la donna della sua vita, si è sposato ed è emigrato al nord. Ha scelto Asti dove vivere e lavorare. Dalla coppia sono nati tre figli, tutti piccoli.
“Una notizia arrivata come un fulmine a ciel sereno – commenta la cugina Lina. Un ragazzo maturo, serio e gran lavoratore se ne va e lascia la moglie e tre figlie”.
“Riposa in pace Giovanni – scrive Irene sul suo profilo social. Gli amici di infanzia, gli amici di quartiere, non si scordano mai. La notizia della tua morte, ha portato la mia mente a pensare a Roberto Turco, Giovanni e Lillo Tiranno, Luigi Farruggio, persone che conoscevamo bene e che adesso hai raggiunto anche tu. Torneremo a correre per le strade del quartiere, torneremo a parlare seduti sugli scalini, torneremo a litigare e a fare la pace il giorno dopo. Torneremo a ridere, tutti insieme”. Una testimonianza toccante di chi lo ha conosciuto ed amato.
Anche i colleghi di lavoro lo ricordano come un ragazzo molto puntuale, disponibile ed amichevole. Riusciva a fare amicizia molto presto col suo carattere socievole.
Da qualche anno aveva trovato lavoro come autista in questa ditta astigiana e si occupava del trasporto di protesi ed altro materiale sanitario destinato agli ospedali ed alle case di cura. Per le vacanze estive era stato a Campobello ed aveva assistito alla tradizionale “Rietina”, la sfilata di cavalli e carretti siciliani che si svolge per la festa della patrona, la Madonna dell’Aiuto. Nei prossimi giorni si dovrebbero svolgere i funerali del ragazzo ma ancora non è stato stabilito se sarà tumulato ad Asti oppure la salma farà ritorno nel suo paese di origine. (Giornale di Sicilia)
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