Ridotta la condanna da 6 anni ad 1 anno e 4 mesi di reclusione nei confronti dell’ucraina Inna Kozak, 29 anni, arrestata nel febbraio dell’anno scorso dalla polizia nell’ambito dell’inchiesta “Ponos”, che aveva fatto scattare otto fermi, eseguiti dai carabinieri del Comando provinciale di Agrigento, e del Nucleo ispettorato del lavoro di Villaggio Mosè, nell’ambito di un’indagine su un’associazione a delinquere, che avrebbe sfruttato lavoratori nei campi agrigentini, soprattutto tra Canicattì, Campobello di Licata e Ravanusa. La riduzione di pena nei confronti della donna è la conseguenza dell’assoluzione dall’accusa di associazione a delinquere. Dopo la pronuncia di secondo gradi, con la sospensione della pena, la ventinovenne che si trovava agli arresti domiciliari, è tornata libera.
L’inchiesta ha già portato ad altre sei condanne in appello nello stralcio abbreviato, e a un patteggiamento. L’operazione, in un primo momento coordinata dalla Procura di Agrigento, e in seconda battuta è finita alla Dda di Palermo. Vi sarebbe stato un meccanismo di permessi turistici sfruttati per fare arrivare i lavoratori, soprattutto dall’Est Europeo, che venivano poi privati del passaporto, alloggiati in case procurate dalla stessa organizzazione. L’orario di lavoro era di circa 12 ore al giorno, di cui buona parte notturno: iniziavano alle 3 del mattino, e proseguivano fino alle 17, talvolta anche fino alle 19. Le paghe erano di circa 30 euro lorde al giorno.
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