I giudici del Tribunale del Riesame hanno confermato il sequestro delle card, sequestrate a soggetti legati alla criminalità organizzata di tipo mafioso, e colpiti da misure cautelari personali, che per mesi hanno percepito indebitamente, senza averne titolo, il reddito di cittadinanza (da un minimo di 500 euro ad un massimo di 1.200 euro).
E alcuni di questi, inoltre, sono stati trovati a lavorare “in nero”, per conto di aziende e attività lavorative. Lo ha scoperto il personale della Guardia di finanza di Agrigento, che ha passato al setaccio una lista di oltre cento soggetti, condannati definitivamente per associazione mafiosa, e altri reati di mafia.
La maxi inchiesta è coordinata dal procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio, e dal sostituto procuratore Gloria Andreoli (titolare del fascicolo d’inchiesta). Una prima stima, fa ritenere un ammontante di 300.000 euro, come il danno per le casse pubbliche, e già accertato.
Segui il canale AgrigentoOggi su WhatsApp
