Droga a “fiumi” spacciata per “l’Agrigento bene”. Soprattutto cocaina portata direttamente a titolari bar, in banca e in alcuni uffici, direttamente dai pusher. Tra i clienti, come emerge dalle carte dell’inchiesta “Kerkent” della Dia di Agrigento, figurano liberi professionisti, imprenditori e commercianti. L’elenco è completato da impiegati, operai, studenti. Decine e decine di consumatori. Gli investigatori della Dia, ascoltano e registrano. Tra le conversazioni intercettate, c’è un dialogo tra A.G., (omettiamo di inserire le generalità, in quanto non è indagato), che risulta un importante spacciatore di sostanze stupefacenti, per quella che potrebbe essere definita “l’Agrigento bene”, con l’agrigentino Alessio Di Nolfo, quello che per alcuni anni è stato uno degli “uomini” di fiducia del boss di Agrigento e Villaseta, Antonio Massimino.
Si sente Di Nolfo, che vanta la qualità della droga. Qualità che sarebbe stata, sempre a dire dello stesso, apprezzata anche dal boss agrigentino, che ne avrebbe preso dieci dosi per sé. A.G., pretende che la qualità della sostanza stupefacente sia ottima perché non può permettersi di fare brutte figure con clienti: “…che … si fanno venti grammi a settimana..”. Questa parte risulta di grande interesse non solo investigativo. Nella conversazione successiva, infatti, si parla del prezzo della cocaina, quella purissima e di “ottima qualità”. Di Nolfo accompagna il pusher dal fornitore, per fargli acquistare (e provare) direttamente la sostanza stupefacente.
E lo stesso Di Nolfo a trattare sul prezzo, e invita a vendergli 5 grammi di cocaina, al prezzo di 450 euro. Alle prime rimostranze del fornitore, che non vuole vendere lo stupefacente ad un prezzo basso, alla fine ne cede una dose al prezzo di 70 euro, ad A.G., al solo fine di fargliela provare. In un’altra conversazione ambientale captata a bordo della Lancia Y di Di Nolfo, si sente quest’ultimo che discute con l’indagato Luca Siracusa. Il primo investe l’altro di cercare “….questo che è di Agrigento, Lù… che ha il bar in via Atenea”, il quale gli deve dare 10 grammi di “bamba” (cocaina). Lo stesso Siracusa ha il suo “giro” di assuntori e la droga gliela porta direttamente “in ufficio, in banca”.
LA SICILIA