E’ fissata per venerdì 9 luglio l’udienza al Tribunale del Riesame per discutere il ricorso presentato dai difensori dell’imprenditore agrigentino Marco Campione, 60 anni, l’unico dei fermati, rimasto in carcere per decisione del Gip, nell’ambito della maxi inchiesta “Waterloo”, su una presunta associazione a delinquere, attorno a “Girgenti Acque Spa”.
I legali difensori, gli avvocati Lillo Fiorello e Omar Giampaolo Mohamed Ahmed, chiedono l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare, firmata dal Gip del Tribunale di Agrigento, Francesco Provenzano, e della misura personale a carico dell’imprenditore.
Per altri tre coinvolti nella vicenda, e attualmente ristretti ai domiciliari, Calogero Patti, 53 anni, dipendente di “Girgenti Acque”; Angelo Piero Cutaia, 51anni, direttore amministrativo di “Girgenti Acque”; Gian Domenico Ponzo, 54 anni, direttore generale “Girgenti Acque”, tutti difesi dall’avvocato Giuseppe Scozzari, il ricorso al Riesame sarà discusso domani (giovedì 8 luglio).
Secondo l’accusa – l’inchiesta è stata coordinata dal procuratore capo Luigi Patronaggio, dall’aggiunto Salvatore Vella, e da un pool di pubblici ministeri, composto da Paola Vetro, Antonella Pandolfi e Sara Varazi – l’ex presidente di “Girgenti Acque” avrebbe messo in piedi una vera e propria rete di professionisti, politici, pubblici funzionari, uomini delle istituzioni e delle forze dell’ordine, corrompendoli o, comunque, asservendoli, con la distribuzione di posti di lavoro e incarichi per familiari e amici.
La società che gestiva il servizio idrico, commissariata nel novembre del 2018 in seguito all’inchiesta, in questo modo, avrebbe potuto operare in maniera spregiudicata senza timore di controlli e conseguenze amministrative o giudiziarie.
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