Il Gup del Tribunale di Palermo, Fabio Pilato, ha sostituito la misura cautelare del carcere con quella degli arresti domiciliari, con l’applicazione del braccialetto elettronico, nei confronti di Andrea Puntorno, 42 anni, di Agrigento, coinvolte in più inchieste antidroga, e arrestato l’ultima volta il 4 marzo dell’anno scorso nell’ambito della maxi inchiesta antimafia “Kerkent”.
Per l’agrigentino le esigenze cautelari si sono affievolite, e quindi, dopo quindici mesi lascia il carcere.
Al processo in corso i Pm hanno chiesto la condanna a 6 anni di reclusione. Il nome di Andrea Puntorno, leader del sodalizio ultrà della Juventus, ai tempi in cui risiedeva a Torino, saltò fuori già nell’ambito dell’inchiesta “Bravi Ragazzi”, su un traffico di droga sull’asse Torino- Albania – Agrigento. Un’attività mai interrotta, secondo gli investigatori della Dia agrigentina.