Non sono state trovate tracce di inneschi, né di liquido infiammabile. In ogni caso, la dinamica e l’espansione delle fiamme, divampate soprattutto in altezza, lasciano dubbi sull’origine dell’evento. Si tratta di capire se si sia trattato di un attentato incendiario con un rogo doloso oppure se si sia trattato di un fatto accidentale riconducibile ad un corto circuito. Con il passare delle ore si rafforza l’ipotesi di un gesto doloso.
Per questo motivo le indagini dei carabinieri del Comando provinciale di Agrigento per fare luce sull’incendio che ha devastato le autovetture di proprietà dell’ex assessore comunale Costantino Ciulla e della moglie continuano in maniera spedita. L’area di via Michele Amari a Villaseta, teatro dell’inferno di fuoco, purtroppo non è “coperta” da telecamere. Situazione diversa a poche decine di metri dove vi sarebbero degli impianti di videosorveglianza.
La speranza è che uno degli occhi elettronici possa avere ripreso qualcosa o fornire elementi utili a chiarire ogni cosa. I militari nel frattempo hanno perquisito due abitazioni e intensificato i controlli nel quartiere di Villaseta. Le perquisizioni hanno riguardato due persone, una delle quali imputata nell’ambito dell’inchiesta sul clan mafioso di Villaseta. Contestualmente, i carabinieri insieme alla Polizia hanno avviato più controlli straordinari del territorio con posti di blocco, multe e verifiche sulla circolazione stradale.
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