INARSIND Agrigento (sindacato ingegneri ed architetti liberi professionisti) prendendo spunto dalle recenti questioni inerenti il crollo del ponte Morandi di Genova, ha sollecitato gli Enti ed i soggetti preposti ad incrementare il controllo sullo stato in cui si trova il patrimonio edilizio e viario pubblico.
“Pur essendo prioritaria tale azione di controllo i tempi della burocrazia hanno fatto sì che ci volessero due mesi soltanto per nominare il Commissario Straordinario che si occuperà della ricostruzione del nuovo ponte Morandi di Genova – scrivono-. Nel nostro territorio a fine agosto scorso si era aperto un vivacissimo dibattito sull’opportunità di abbattere o meno il viadotto Akragas (Morandi) che collega Agrigento a Porto Empedocle.
Grazie anche all’intervento prima degli Ordini Tecnici professionali e subito dopo di Legambiente si é riusciti a riportare il dibattito nelle giuste sedi, evitando conclusioni indotte da spinte emotive, senza che le stesse siano supportate da esami tecnici adeguati. L’ipotesi di demolizione avanzata da alcuni, ad oggi non ci sembra sia fondata su basi razionali e su adeguate considerazioni tecniche, economiche e sociali. Le condizioni reali sullo stato di salute del ponte deve essere certificato dall’ANAS, che è il soggetto preposto alla gestione. Se il ponte può essere recuperato, adeguandolo alle sopravvenute norme tecniche, ivi incluse quelle sismiche, l’ANAS deve quantificare costi e tempi degli interventi in modo che chi ha l’onere e l’onore di fare le grandi scelte politiche, valuti i costi ed i benefici delle varie soluzioni e poi decida nell’interesse della collettività. Noi professionisti siamo a disposizione per supportare la Governance politica nelle valutazioni tecniche che non possiamo demandare a soggetti privi di competenze.
Dopo la riunione di giorno 7 settembre scorso, tenutasi nei locali del Comune di Agrigento alla presenza anche di ANAS, avevamo appreso che l’Ente Gestore era in condizione di mettere in sicurezza l’opera viaria. Così come chiesto dagli Ordini Professionali, sembrava che il soggetto gestore avrebbe a breve consegnato agli Enti preposti la documentazione inerente le verifiche strutturali con i relativi costi e il progetto di adeguamento per riaprire l’arteria prima possibile.
E’ già trascorso più di un mese da quella data e ad oggi non vi sono aggiornamenti.
Il territorio ha bisogno di tempi certi, per il viadotto Morandi così come per gli altri ponti e cavalcavia diffusi in tutta la Provincia. Gli Enti locali e provinciali devono fare la propria parte sollecitando l’ANAS ad effettuare le verifiche e pianificare gli eventuali interventi di recupero, non limitandosi alla chiusura totale o parziale.”
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