Sette imputati rinviati a giudizio, e per gli altri due è stato disposto il non luogo a procedere. Queste le decisioni del Gup del Tribunale di Agrigento, Micaela Raimondo, al termine dell’udienza preliminare, scaturita da un’inchiesta su un giro di stranieri fatti arrivare clandestinamente in Italia. Cinque imputati devono rispondere di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, uno per possesso di materiale bellico, insieme a un settimo accusato di false dichiarazioni sulla propria identità. Vanno a processo Nazha Achibi, 56 anni, Sadok Fathallah, 62 anni, Mohamed Ahmed Mansour, 30 anni, El Aid Ben Mohamed, 44 anni, tutti tunisini, e Mario Caruana, 38 anni, di Porto Empedocle. L’inizio dell’approfondimento dibattimentale è fissato per il 12 settembre davanti ai giudici della prima sezione penale del Tribunale di Agrigento, presieduta da Alfonso Malato.
Stesso titolo di reato contestato per tre volontari dell’associazione “Askavusa”, Francesca Del Volgo, 41 anni, Annalisa D’Ancona, 41 anni e Irene Cocco, 39 anni. Pere le tre donne disposto il non luogo a procedere “perchè il fatto non costituisce reato”. Annalisa D’Ancona è accusata di detenzione di armi da guerra perchè, in occasione di una perquisizione nella sua abitazione, è stato trovato del materiale bellico, e per questa sola imputazione sarà processata. Così come Ben Mohamed Mohamed, tunisino di 26 anni, uno dei migranti entrati illegalmente in Italia che avrebbe ricevuto i documenti per restare in Italia, accusato di false dichiarazioni a pubblico ufficiale.
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