Le liriche sono in tutto una quarantina, raccolte in una plaquette stampata in un numero limitato di copie. S’intitola “In ordine crescente” il volumetto di poesie di Alberto Prestia, pubblicato da “Antipodes” che raccoglie vent’anni di vita di questo trentenne chansonnier agrigentino dall’aria triste, che verga i suoi versi a mano o con la vecchia macchina da scrivere “perché – dice – la calligrafia è un patrimonio da conservare”. Vent’anni sono esattamente il tempo che decorre dalla prima lirica, dedicata alla nonna e scritta a 15 anni, e l’ultima, dedicata a Lorena, la giovane favarese, studentessa in Medicina, uccisa dal suo compagno. Nel mezzo si trovano le poesie dedicate ai suoi affetti più cari, in particolare alla sorella, con la quale condivide non solo la sensibilità verso l’arte, ma anche un bistrot nel centro storico. Poesie quindi “In ordine crescente” che raccontano frammenti di quotidianità, sensazioni intime, amicizie e amori, viaggi, pomeriggi trascorsi al sole e notti sotto la pioggia. Il volumetto reca in copertina la fotografia di un muro sbrecciato, lo stesso sul quale i nonni di Alberto solevano “prendere le misure” e segnare con una riga, durante gli anni della crescita, l’altezza del loro nipotino. Anche se una lirica è dedicata ad Eugenio Montale, il lettore non si deve assolutamente lasciare influenzare perché “l’ermetismo” nella poesia di Alberto c’entra ben poco. C’entra invece, come scrive Dario OrphèeLa Mendola nella prefazione, l’ordine delle cose, che è un ordine crescente, cioè l’ordine della vita.
“La casa del poeta” è un bistrot posto dove si mangia, si beve e si fa poesia. Un locale vintage dove i frequentatori, tra una birra o un bicchiere di vino, hanno la possibilità di scambiare libri e parlare di letteratura. Un po’ come i Caffè Letterari dei primi del Novecento, cherappresentavano il ritrovo privilegiato per intellettuali e artisti. Qui, “con la fronte poggiata alle nuvole” Alberto Prestia declama i suoi versi consapevole che il poeta è colui che con le paroleincanta l’animo e fa battere il cuore!
LORENZO ROSSO
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