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Il Problema della Tossicità nei Videogames

23 Dicembre 2020
in Magazine
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Il Problema della Tossicità nei Videogame

Un fenomeno sempre più diffuso che si riscontra nei videogiochi online è quello della cosiddetta “tossicità”. Vale a dire un comportamento di mancanza di rispetto e incitamento alla violenza e all’odio da parte di alcuni utenti che partecipano al gioco. 

Non è quindi da confondere con altre malattie legate a dipendenze patologiche, come le ludopatie dei giocatori di slot machine gratis, ma si tratta di fenomeno psicologico diverso, in cui le persone sentendosi “protette” da un’identità più o meno anonima, non lasciano veli a insulti e offese nei confronti degli altri.

Un peccato per il mondo del gaming che si vede scadere una buona parte di effetti positivi con manifestazioni inopportune e triviali.

Ormai sono comportamenti presenti in modo così radicato che vengono accettati tacitamente. Ma alcune ricerche dimostrano come possano arrecare danni di lungo termine sulla psiche di molte fasce sensibili e minorità. È una brutta piaga da estinguere perché è stato anche notato un legame tra le varie calunnie, molestie, minacce e simili che si autoalimentano gli uni con gli altri.

I sondaggi più recenti parlano di oltre il 50% degli utenti a sentirsi bersagliato da contenuti tossici nelle sessioni di gioco, e per le categorie a rischio il livello sale all’80% circa: una vera e propria peste.

Le vittime principali della tossicità sono le donne e i gruppi etnici minoritari, in quanto spesso viene accentuata la diversità di genere e di cultura. Ovviamente si tratta di pura ignoranza e ristrettezza mentale, dato che l’abilità al gioco non dipende assolutamente da questi fattori. Anzi, molte volte per frustrazione e per mancanza di capacità di accettare le sconfitte, si reagisce con frasi grezze e primitive.

Le case produttrici più famose come Blizzard e Infinity Ward stanno cercando di implementare processi inibitori di tossicità garantendo un buon equilibrio tra personaggi di sesso maschile e femminile, invogliando ad usare messaggi preimpostati per comunicare con gli altri che si limitino alle situazioni dirette di gioco.

È sicuramente un impegno da onorare e anche gli enti governativi dovrebbero iniziare a indirizzarsi verso il problema, perché c’è bisogno che tutti facciano la loro parte per non scoraggiare nessun utente al gioco e soprattutto evitare disagi psicologici dovuti al gioco.

Si tratterà di una nuova sfida per le nuove generazioni a venire.

 

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