Nell’estate del 2018, mentre il sole scaldava il pavimento millenario del Parco dei Templi, ricevetti una chiamata da un turista agitatissimo. “Basta con questa assenza di fontanelle!”, tuonò, deciso a far sentire la sua voce. Con un sorriso beffardo, ascoltai il suo sfogo sull’orrido scenario della sete estiva senza vie d’acqua a disposizione dei visitatori.
Ah, ma il destino ha un senso dell’ironia. Armato di taccuino e penna, mi immersi nelle sue parole accalorate e le tramutai in un potente grido di protesta stampato sul giornale locale. Le dichiarazioni del nostro impavido turista furono catapultate nella luce dei riflettori, con tanto di spazio riservato al caro architetto Parello, all’epoca direttore del parco. Ricordo ancora la sua “sensibilità” nell’annunciare un audace progetto: fontanelle lungo la Via Sacra, per ristorare gli afflitti visitatori.
Quel pezzo fece scalpore, e un vivace dibattito si accese in città. Da una parte, gli amanti della moneta contante sostennero che l’acqua andava pagata, persino ai turisti. Dall’altra, coloro che intravidero l’importanza di un sorso d’acqua pubblica sorrisero sornioni, sottolineando il suo valore. E io? Be’, mi limitai a scuotere la testa con un mezzo sorriso.
E ora, nel 2023, mentre il sole continua a splendere sui templi millenari e i turisti si fermano per dissetarsi alle fontanelle, non posso fare a meno di pensare che, forse, un piccolo spruzzo di merito possa affiorare nella mia direzione. Quel turista adirato ha scatenato una rivoluzione acquatica, portando ristoro ai visitatori e idratazione a chiunque ne avesse bisogno. Quindi, sì, lo ammetto: ho dato una piccola spinta a quella corrente, e ora godo del suo rinfrescante successo, con un tocco di ironia che è dolce come un sorso d’acqua fresca in una calda giornata estiva.
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