La notizia, confermata dal direttore del Parco Archeologico, Roberto Sciarratta è che con molta probabilità, già dal prossimo mese di Settembre, la Valle avrà un Telamone in posizione eretta: “non una copia, come quella già esistente al tempio di Zeus – spiega Sciarratta – ma un Telamone realizzato ricomponendo vari blocchi tutti appartenenti alla medesima figura recuperati all’interno delle rovine del tempio”.
Dunque molto presto verrà rialzato il Telamone, anche se già esiste la struttura alta undici metri che presto conterrà gli antichi blocchi e le mensole per sorreggerli. Il tutto su progetto dell’architetto Carmelo Bennardo, con un passato al Parco dei Templi e attuale direttore del Parco di Siracusa. Il nuovo Telamone sarebbe già stato ricomposto a terra ed ora, superando un piccolo problema tecnico derivante dalla mancanza di una mensola il progetto sta per arrivare alla conclusione. Il Telamone sarà anche il simbolo di una città che si rialza e che guarda al futuro, al 2025 quando sarà Capitale Italiana della Cultura. Questo progetto, nato nel 2010, è sicuramente uno degli interventi più importanti e significativi degli ultimi anni per il Parco archeologico di Agrigento. L’Ente Parco ha investito nell’operazione per l’innalzamento del nuovo Telamone risorse per circa 500 mila euro che comprendono anche la musealizzazione dell’area del tempio di Zeus e l’impianto di illuminazione notturna del monumento. A lavori finiti sarà possibile “rileggere” correttamente l’intera area sacra del santuario con un percorso che conduce all’imponente altare di Giove. Nello specifico, oltre al progetto più scenografico cioè quello del riassemblaggio della trabeazione (architrave, fregio e cornice) sorretta dai telamoni – 38 in origine – vi è la musealizzazione delle parti dell’enorme statua che verrà sostenuta in piedi tramite una sottile lastra in acciaio corten con mensole di pochi millimetri: un vero supporto antisismico, di ultimissima generazione.
“Tutte queste novità che interessano l’area del tempio di Giove Olimpio nella Valle dei Templi e la valorizzazione del Telamone continua il direttore Roberto Sciarratta – sono un invito a visitare Agrigento e la Sicilia, per trasmettere al mondo una storia e un’identità che rendono unica la nostra terra”.
L’appalto, in realtà, era stato già aggiudicato parecchio tempo addietro, ma poi sospeso per questioni connesse ai costi per la manodopera. Uno “stop” poi superato brillantemente nei tempi di esecuzione ed ora non si attende che l’inaugurazione ufficiale che potrebbe avvenire in autunno.
Il tempio, eretto dopo la vittoria di Himera sui Cartaginesi del 480-479 avanti Cristo, è oggi ridotto ad un campo di rovine perché venne distrutto da un terremoto del dicembre del 1401. Come noto il bene fu a lungo oggetto di saccheggi, come altri templi, perché venne trasformato in una vera e propria miniera di blocchi di tufo. Fu sempre interessato da studi e ricerche negli anni fino ad arrivare al lontano 2013, quando il Parco, avviò un’attività studio e “ricognizione” insieme all’Istituto di studi germanici di Roma che ha consentito di mappare e dare un “nome” ad ognuno dei blocchi che oggi si trovano in ordine più o meno strutturato nell’area del tempio e che da qui, prossimamente, saranno complessivamente oggetto di una iniziativa di “riordino” mai vista prima. Poi non rimarrà che l’ultima iniziativa progettuale cioè quella che riguarderà una riorganizzazione dei blocchi oggi presenti intorno all’area del tempio, “residui” del lavoro avviato, ma non completato, dall’archeologo Pirro Marconi. Particolare importante è che si è anche provveduto ad aprire un varco tra gli elementi che sono stati collocati tra il tempio e l’altare, realizzando un corridoio e rimodulando il punto di accesso all’area del bene, cambiando di fatto in modo totale anche il modo di vedere il tempio. In quest’ottica si sta elaborando la possibilità di riscontrare visivamente l’effettiva quota del pavimento del tempio, collocando ad esempio delle sagome e dei pannelli in plexiglas che consentano al visitatore di rendersi conto di quanto non c’è effettivamente più.
“Insomma – conclude il direttore dell’Ente Parco, Roberto Sciarratta – sicuramente saremo pronti ad accogliere i grandi flussi turistici attesi per l’evento di “Agrigento Capitale della Cultura 2025””.
LORENZO ROSSO