Il neo-pentito Peppe Quaranta racconta le estorsioni: pagavano Le Cuspidi, Cuffaro e centri accoglienza; “Un negro? 45 euro che camminano”
Il boss Giuseppe Quaranta, ritenuto capomafia di Favara, che ha deciso di collaborare con i magistrati ha cominciato il suo percorso da pentito lo scorso 29 gennaio riempendo pagine e pagine di verbali molte delle quali omissate.
L’uomo, finito nuovamente in carcere il 22 gennaio nell’ambito dell’operazione ‘Montagna’ che ha colpito le cosche mafiose dell’agrigentino, ha parlato anche di numerosi episodi criminali ed ha ammesso di avere rivestito un ruolo di vertice della famiglia di Favara fino al 2013-2014.
Nel dettaglio ha parlato di estorsioni a ditte edili, ma anche a extracomunitari. A tal proposito racconta: “Relativamente a fatti di estorsioni sono in grado di riferire su due da me fatte:
– con Calogerino Giambrone e Morgante relativa agli extracomunitari. Ogni volta che vedeva un “negro” Giambrone diceva che erano 45 euro che camminano;
– all’impresa di Mussomeli che aveva un lavoro a San Biagio; eravamo io, Nugara Giuseppe, Cipolla Vincenzo e Giambrone Calogerino.
Per quanto riguarda l’attività estorsiva di Fragapane questa era già un’attività consolidata poiché il denaro gli veniva consegnato puntualmente delle imprese. In particolare io so che lo “zu Iacono Manno e Nino Vizzì, entrambi di Raffadali, recuperavano il provento del pizzo versato dalle attività commerciali in loco. So per certo che a pagare il pizzo vi erano il bar Le Cuspidi come riferitomi dallo stesso Fragapane per un ammontare di 5.000 euro divisi tra Pasqua e Natale; mentre un altro che pagava era il distributore di benzina, all’entrata di Raffadali se non erro di proprietà di Cuffaro , che versava 6 mila euro divisi per le festività natalizie e pasquali.
Preciso che per quanto riguarda il centro abitato di Favara non vi è la consuetudine di chiedere il pizzo alle attività commerciali presenti nel paese stesso mentre per quanto riguarda le imprese che vengono da fuori a fare lavori a Favara queste vengono avvicinate dai referenti della loro zona.
Estorsioni di cui sono stato informato:
quella in cui è stato bruciato il trattore, fatta da Nugara che mi informava perché ero il referente di Favara e di Fragapane;
In termini generali preciso che se un imprenditore si aggiudica un lavoro a Favara e si mette a posto con la famiglia del suo territorio, questa dà poi i soldi a Favara; poi i soldi li tiene la famiglia o parte vanno alla provincia.
I soldi che avete trovato a Spoto sono provento cli usura, come quelli di Mangiapane. Gli stessi praticano un tasso del 10% mensile. Me lo disse Giambrone Calogerino, che è vicino a La Greca, Spoto, Nugara.
Le vittime, che non conosco, sono giocatori di carte o negozianti ai quali l’attività non va bene. Omissis
Per quanto riguarda Blando, sono certo che i soldi sono provento di traffico di droga grazie ai suoi contatti con Alba e Fallea.
Non ho guadagnato nulla, o meglio poco. Avevo una piccolissima rendita dalle estorsioni perché il profitto era molto basso. Qualcosa Fragapane mi dava per la droga, ma nell’ordine di 100, 200 euro.