Protestano i residenti per la presenza dei cumuli di materiali ai “piedi” del palazzo sgomberato, di via Unita d’Italia, tra i quartieri di San Gisippuzzu e Fontanelle, in seguito al maxi incendio, che la sera del 15 giugno scorso ha devastato un magazzino di circa 500 metri quadrati, appartenente ad un’azienda di prodotti alimentari. Cumuli più volte andate in fiamme in questi due mesi e mezzo, e quasi sicuramente, per mano di piromani. GUARDA IL VIDEO
Gli abitanti della palazzina sgomberata, e quelli dell’edificio attiguo, chiedono immediate risposte. I primi invitano le Autorità a rimuovere le macerie per velocizzare le operazioni per ritornare nelle proprie case. Disagi che coinvolgono anche i residenti del vicino condominio, che si dicono preoccupati a causa della diossina.
Domenica scorsa si è verificato un altro rogo a oltre due mesi dal primo evento (era lunedì 15 giugno, poco dopo le 22). A bruciare materiali da imballaggio, prodotti in plastica (contenitori, piatti, bicchieri, posate ecc.), materiali per ristorazione e bar, cartoni per pizza, pedane, fusti di olio, barattoli, e tanta altra merce, tirati fuori durante le operazioni di spegnimento dai vigili del fuoco.
L’aria in tutta la zona continua ad essere irrespirabile. Sul maxi rogo c’è un’inchiesta aperta dalla Procura della Repubblica di Agrigento. Dell’attività investigativa si stanno occupando i carabinieri. Nelle settimane scorse è stato dato incarico ad un perito (un ingegnere), che eseguirà i carotaggi sui pilastri, e sulle pareti per verificare quali danni ha subito la palazzina, dichiarata inagibile.
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