“Il Gip di Agrigento Stefano Zammuto, ha disposto il dissequestro della nostra imbarcazione, l’Open Arms, ritenendo di aver raccolto gli elementi necessari al proseguimento dell’indagine contro ignoti per abuso di ufficio e sequestro di persona. Il sequestro era stato richiesto dal Procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, dopo che le persone a bordo della nostra nave, tutte in condizioni fisiche e psicologiche precarie, erano state costrette ad attendere 19 giorni prima di poter ottenere un porto di sbarco. Riteniamo questo provvedimento di estrema importanza, in esso infatti e’ ribadita, ancora una volta, la necessita’ del rispetto delle Convenzioni internazionali e del diritto del mare, nonche’ la tutela della vita e della dignita’ delle persone in condizioni di fragilita’”. Cosi’ in una nota Open Arms, all’indomani del dissequestro della nave che aveva tratto in salvo oltre cento persone migranti nel Mediterraneo centrale. L’ong spagnola accoglie favorevolmente il provvedimento del giudice Zammuto, evidenziando in particolare l’importanza di quanto viene affermato nel documento: “L’obbligo di salvataggio delle vite in mare- si legge nel testo siglato da Zammuto, e reso noto dalla ong- costituisce un dovere degli Stati e prevale sulle norme e sugli accordi bilaterali finalizzati al contrasto dell’immigrazione irregolare; le Convenzioni internazionali in materia, cui l’Italia ha aderito, costituiscono, infatti, un limite alla potesta’ legislativa dello Stato, ai sensi degli art. 10, 11 e 117 della Costituzione, e non possono pertanto costituire oggetto di deroga da parte di valutazioni discrezionali dell’Autorita’ politica, ponendosi su un piano gerarchico sovraordinato rispetto alla fonte primaria”. Nel provvedimento si legge ancora: “Gli emendamenti alle Convenzioni Sar e Solas mirano a preservare l’integrita’ dei servizi di ricerca e soccorso (Sar), garantendo che le persone in pericolo in mare vengano assistite, e, allo stesso tempo, riducendo al minimo gli inconvenienti per la nave che presta assistenza. Essi richiedono agli Stati e alle parti contraenti di coordinarsi e cooperare per far si’ che i comandanti delle navi, che prestano assistenza imbarcando persone in difficolta’ in mare, siano sollevati dai propri obblighi con una minima deviazione rispetto alla rotta prevista”. La ong spagnola, alla luce di queste considerazioni, conclude: “Come abbiamo sempre ribadito, abbiamo operato e continueremo ad operare nel rispetto del diritto e della legge, certi che questo momento buio della nostra storia verra’ superato e che gli Stati europei torneranno nuovamente a tutelare la vita di donne, uomini e bambini e a rispettare le Costituzioni che sono alla base delle nostre democrazie”.
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