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Home » Cronaca » Il giorno del ricordo: 33 anni fa la mafia uccideva il giudice Livatino beato della Chiesa

Il giorno del ricordo: 33 anni fa la mafia uccideva il giudice Livatino beato della Chiesa

21 Settembre 2023
in Cronaca, dalla città, Top
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Ricorre oggi il 33esimo anniversario dell’omicidio del giudice Rosario Livatino, ucciso dalla mafia il 21 settembre 1990, mentre con la sua vecchia Ford Fiesta stava spostandosi da Canicattì al tribunale di Agrigento. Ieri, nella chiesa di San Domenico di Canicattì c’è stata una veglia di preghiera presieduta da don Giuseppe Livatino, già postulatore diocesano della causa Livatino, poi una fiaccolata ha raggiunto la chiesa di San Diego davanti la quale è stato collocato un mezzobusto del magistrato beato realizzato dal maestro Lillo Costanza.

Stamani, dopo la funzione eucaristica presieduta da monsignor Alessandro Damiano, arcivescovo metropolita di Agrigento, una delegazione del Consiglio superiore della magistratura, guidata dal vice presidente Fabio Pinelli, è stata a Canicattì ed ha visitato la “cappella Livatino Corbo”. Come da tradizione, sul luogo dell’agguato lungo la statale 640 si è svolta una cerimonia alla presenza delle autorità civili e militari con l’omaggio alla “Stele Livatino” fatta erigere, il 20 settembre del 1994 dagli anziani genitori in ricordo del loro unico figlio.

Tra le tante autorità presenti il nuovo procuratore capo Giovanni Di Leo. Proprio nel segno del giudice Rosario Livatino è stato pochi giorni fa l’insediamento del magistrato, che per i prossimi anni guiderà la Procura della Repubblica di Agrigento.

Livatino è il primo magistrato beato nella storia della Chiesa cattolica. La cerimonia di beatificazione si è svolta il 9 maggio 2021 nella cattedrale di Agrigento, nell’anniversario della visita apostolica di papa Giovanni Paolo II nella città dei Templi.

“Rosario Livatino è stato un magistrato integerrimo e coraggioso che ha dedicato la sua vita alla ricerca della giustizia, all’affermazione della legalità e dello Stato di diritto contro la mafia, contro ogni forma di violenza e di prevaricazione. Era un uomo mite che ha vissuto nel quotidiano l’insegnamento evangelico, facendo coincidere i principi della sua fede con la pratica della sua professione”. Lo ha scritto il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani. “Senso delle istituzioni, rigore morale, dedizione assoluta, autorevolezza e grande umanità sono i tratti distintivi di questo martire siciliano, che è un esempio per tutti e la cui memoria deve essere onorata ogni giorno perché ci ricorda come la mafia debba essere contrastata senza esitazioni” ha concluso il governatore.

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