Il valore economico del gaming e dell’iGaming
Nel 2024, il mercato globale del gaming ha raggiunto un valore di 219 miliardi di dollari, con una previsione di crescita annuale del 4% fino al 2028. Si tratta di un settore in espansione, alimentato dall’integrazione tra tecnologia, contenuti digitali e nuove forme di socialità online. Anche in Italia il comparto videoludico mostra segnali di forza: secondo il report di IIDEA, il settore ha generato un fatturato complessivo di circa 2,4 miliardi di euro nel 2024, con una crescita del 3% rispetto all’anno precedente. Il software rappresenta il 77% del mercato, confermando l’importanza crescente dei contenuti digitali rispetto all’hardware.
Parallelamente, anche il settore dell’iGaming (slot online, casinò digitali, scommesse sportive) continua a registrare numeri rilevanti. In Italia, le entrate da casinò online hanno superato 1,5 miliardi di euro nel 2024. All’interno di questo mercato, le slot machine online e i giochi da casinò rappresentano circa il 65% del GGR (Gross Gaming Revenue), a testimonianza del peso dominante delle dinamiche di gioco automatico e aleatorio rispetto ad altre forme di intrattenimento digitale.
L’interesse per il gaming si riflette anche nei dati di fruizione. In Italia, oltre 7,3 milioni di persone seguono contenuti legati agli esports almeno ogni sei mesi, e 3,3 milioni sono spettatori abituali. Numeri che confermano una trasformazione in corso: il gaming non è più solo un passatempo, ma una piattaforma economica con dinamiche complesse e un impatto crescente sulla cultura e sull’economia digitale del Paese.
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Chi sono gli streamer e perché contano
Uno streamer è un creatore di contenuti che trasmette in diretta online le proprie sessioni di gioco, eventi o momenti della vita quotidiana, utilizzando piattaforme come Twitch, YouTube Gaming o TikTok Live. A differenza di altri creator, lo streamer si caratterizza per l’interazione in tempo reale con il pubblico e per la continuità della sua presenza online. Il suo successo dipende non solo dalla qualità del gameplay, ma anche dalla capacità di intrattenere, costruire una community e offrire contenuti autentici.
Nel vasto ecosistema dello streaming, gli streamer occupano una posizione strategica. Non raggiungono i numeri stellari delle celebrity globali, ma possiedono community fidelizzate e interazioni autentiche. Generalmente, si tratta di creator con qualche migliaio (fino a decine di migliaia) di follower, capaci di generare contenuti in modo costante e professionale.
La loro forza risiede nella specializzazione: trattano nicchie ben definite, un determinato tipo di gioco, uno stile narrativo, una community regionale, che li rende credibili e influenti presso un pubblico mirato. A differenza degli influencer generalisti, questi profili sono spesso percepiti come più autentici e accessibili.
Come monetizzano gli streamer in Italia
Le fonti di reddito per uno streamer medio sono molteplici e, spesso, integrate tra loro:
- Donazioni e abbonamenti: attraverso Twitch o YouTube Gaming, i follower possono contribuire direttamente al supporto del creator.
- Pubblicità e revenue sharing: le piattaforme condividono una quota degli introiti pubblicitari generati durante lo streaming o dai contenuti video.
- Sponsorizzazioni e affiliazioni: anche i brand di piccole e medie dimensioni cercano visibilità su canali di nicchia. Le collaborazioni possono includere prodotti tech, merchandising o giochi.
- Prodotti digitali e contenuti esclusivi: alcuni streamer offrono sessioni private, tutorial, corsi, oppure utilizzano piattaforme come Patreon per contenuti premium.
Quanto si può effettivamente guadagnare
Determinare un guadagno medio è complesso, poiché entrano in gioco numerose variabili: dimensione dell’audience, piattaforma utilizzata, tasso di engagement, frequenza di pubblicazione. Tuttavia, stime di settore indicano che uno streamer medio attivo può generare entrate mensili che vanno da 500 a 3.000 euro, in base alla diversificazione delle fonti di reddito
Alcuni creator italiani riportano cifre superiori nei mesi di picco, soprattutto se combinano più canali di monetizzazione e hanno un buon posizionamento nel proprio segmento.
Le sfide dello streamer
Pur essendo una professione in crescita, quella dello streamernon è priva di ostacoli:
- Entrate instabili: la dipendenza da pubblicità o donazioni implica una fluttuazione mensile non sempre prevedibile.
- Costi fissi: attrezzature di qualità, connessione veloce, software dedicati e tempo impiegato richiedono investimenti costanti.
- Competizione e burnout: la pressione per essere sempre online, aggiornati e performanti può portare a esaurimento e perdita di motivazione.
Opportunità e strategie per la crescita
Molti streamer medi riescono a stabilizzarsi seguendo alcune strategie chiave:
- Diversificare: non limitarsi a una sola piattaforma, ma esplorare più canali (YouTube, TikTok, Discord).
- Specializzarsi: scegliere una nicchia e dominarla. Il contenuto verticale è più facile da monetizzare.
- Fidelizzare: costruire community attive, che partecipano alle live, commentano, e condividono spontaneamente.
- Innovare: cambiare format, collaborare con altri streamer, lanciare mini-serie o eventi esclusivi.
Il ruolo degli streamer nell’economia digitale dell’intrattenimento
Gli streamer di fascia media sono oggi attori centrali nella nuova economia digitale dell’intrattenimento. Offrono un’alternativa sostenibile ai modelli tradizionali di guadagno, diventando punti di riferimento per community specifiche e per brand che cercano un engagement autentico.
In un panorama in cui la creator economy continua a espandersi, questi profili mostrano che è possibile trasformare una passione in una micro-imprenditorialità solida, anche senza raggiungere numeri da star. La loro storia racconta una nuova narrativa del lavoro digitale, fatta di contenuti, relazioni e innovazione quotidiana, e in alcuni casi si radica nel territorio, come dimostra l’esempio dello youtuber agrigentino Gio X97, che ha saputo costruire una fanbase online.
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