Agrigento, il cinema che resiste: numeri in calo, nuove sfide e l’analisi di Massimo Lupo
C’è un dato che racconta molto più di mille narrazioni: in Italia cresce la spesa delle famiglie per la cultura, ma non per il cinema. L’ultimo report Confcommercio evidenzia che gli italiani tornano a spendere – e anche con entusiasmo – per teatro, concerti ed eventi dal vivo, mentre le sale cinematografiche continuano a soffrire una contrazione lenta ma costante.
Un paradosso apparente, figlio di un cambiamento reale. «La pandemia ha rotto un equilibrio», dicono gli analisti. Quando siamo rimasti chiusi in casa per mesi, con i cinema sbarrati, in molti hanno investito in televisori di ultima generazione, piattaforme streaming, abbonamenti multipli e contenuti on demand. È cambiata l’abitudine, è cambiato il rito.
E poi c’è un altro fenomeno: la soglia di attenzione si è abbassata. I giovani – nativi digitali, smartphone-dipendenti, spettatori velocissimi – non amano i contenuti lunghi. Basta guardare lo sport: una partita di calcio da 90 minuti è considerata “troppo”. Non è un caso che formule come la Kings League, nata da un’idea di Gerard Piqué, esplosa tra Twitch e TikTok, stiano ridisegnando l’intrattenimento: due tempi da 20 minuti, regole spettacolari, shoot-out finali per evitare i pareggi. Un calcio a sette nato per la Gen Z che si consuma e si condivide con la stessa velocità con cui si scrolla un feed.
Il cinema, però, vive in un’altra dimensione. Ha bisogno di tempo, di concentrazione, di immersione. Ed è proprio qui che cominciano le difficoltà.
“Sì, i numeri sono in calo. E l’Astor resta chiuso”: parla Massimo Lupo
A confermare la tendenza è Massimo Lupo, storico riferimento del cinema agrigentino, che negli anni ha investito su qualità, tecnologia e comfort tentando di contrastare una crisi che non è più congiunturale, ma strutturale.
«I dati non sono incoraggianti – spiega Lupo –. Si lavora, si resiste, si programmano titoli importanti, ma l’affluenza media non è più quella di un tempo. C’è stato un cambiamento nelle abitudini della gente e lo vediamo ogni giorno. Non è un problema solo nostro, è nazionale. Ma qui ad Agrigento pesa ancora di più».
E poi c’è l’Astor. Un nome che, da solo, basta a evocare ricordi di generazioni.
«Da quando è arrivata la pandemia l’Astor non ha più riaperto – racconta Lupo – e per rimetterlo in funzione servirebbero tanti interventi. È un investimento enorme, che oggi non possiamo permetterci. E lo dico con rammarico: con questi numeri, l’Astor resterà chiuso. Io e tutta la città siamo affezionati a quella sala, ma servono condizioni economiche completamente diverse».
Una notizia che pesa, ma che non chiude la porta alla speranza.
“A Natale il pubblico tornerà. Le famiglie amano la sala”
Nonostante la crisi, Lupo non perde la fiducia nel futuro immediato:
«Il periodo natalizio è sempre una boccata d’ossigeno. Ci sono diversi titoli in uscita che attireranno famiglie, bambini, pubblico trasversale. La gente ama ancora andare al cinema, soprattutto a dicembre, quando l’atmosfera fa la differenza. Le sale diventano luoghi di calore, condivisione, emozione. Questo non scomparirà mai».
Perché, al di là dei cambiamenti generazionali, del digitale compulsivo e delle piattaforme che divorano il tempo, c’è un elemento che resiste: al cinema si va per vivere qualcosa insieme, lontano da schermi personali e distrazioni continue.
Agrigento, come tante città italiane, si trova oggi nel mezzo di una transizione culturale. I cinema soffrono, ma continuano a rappresentare un presidio sociale fondamentale. E mentre nuovi format conquistano le generazioni future, la sfida è quella di reinventarsi senza perdere l’anima.
Una sfida che, nel silenzio delle poltrone rosse, Massimo Lupo affronta giorno dopo giorno. Con coraggio. E con una certezza: «Finché ci sarà qualcuno disposto a emozionarsi davanti a un grande schermo, noi continueremo a fare la nostra parte».

I film in arrivo: dicembre 2025 e inizio 2026 riportano il pubblico in sala
E mentre si discute di numeri, abitudini cambiate e sale da riaccendere, Massimo Lupo guarda con fiducia al calendario delle prossime settimane. L’inverno, da sempre, è uno dei momenti più forti per il botteghino, e il listino delle uscite sembra confermare le aspettative.
«Dicembre è un mese che tradizionalmente ci fa respirare – spiega –. Tra animazione, blockbuster e film d’autore, riusciremo ad attirare pubblico trasversale. Le famiglie, in particolare, durante le festività tornano volentieri al cinema: è un rito che non si perde».
Ecco i principali titoli in uscita che potrebbero riportare movimento nelle sale agrigentine:
In vista delle festività e dell’inizio del nuovo anno, il calendario delle uscite porta in sala una serie di titoli capaci di intercettare pubblici diversi e di riaccendere l’interesse verso il grande schermo. Mercoledì debutta Zootropolis 2, il nuovo film d’animazione targato Walt Disney, attesissimo da famiglie e bambini: un ritorno colorato, brillante e ricco di ritmo che promette di replicare il successo del primo capitolo.
A seguire arriva Io e Te, il nuovo film di Pio e Amedeo, una commedia esilarante costruita sul loro stile irriverente e sul gioco continuo tra amicizia, provocazione e quotidianità. Sarà uno dei titoli più gettonati delle serate natalizie.
Grande attesa anche per Avatar 3D, il nuovo tassello dell’universo creato da James Cameron: un’esperienza immersiva che punta tutto sulla spettacolarità visiva, pensata per riportare in sala anche chi il cinema lo frequenta meno.
Il film più atteso dal grande pubblico, però, resta Buencamino di Checco Zalone, che come ogni uscita del comico pugliese si prepara a catalizzare l’attenzione generale. Ironia, satira e musica si mescolano in quello che già viene annunciato come il titolo di punta del periodo
«Con questi titoli – conclude Lupo – mi aspetto un ritorno importante del pubblico. Il cinema ha ancora la capacità di emozionare, di far vivere un’esperienza che nessun salotto può offrire. E quando arrivano i film giusti, la risposta non manca mai».
Tra crisi, sfide e futuro da riscrivere, un dato resta: Agrigento ama il cinema. E finché ci sarà qualcuno disposto a spegnere il telefono per accendere uno sguardo, le sale continueranno a vivere.

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