Lampedusa. Le difficoltà crescono giorno per giorno sulla più grande delle Pelagie. Il piccolo molo Favaloro, punto di approdo famosissimo e ultravisitato che persino papa Francesco volle vedere durante la sua visita a Lampedusa, a ogni arrivo di barche con a bordo migranti, si trasforma in una sorta di mini centro di accoglienza dove vengono tenute le persone fino all’arrivo della nave di linea che collega Lampedusa con il resto della Sicilia. Una situazione sicuramente imbarazzante ma soprattutto per molti aspetti, disumana.
Le forze dell’ordine sono costrette a un lavoro enorme fatto di responsabilità, ore interminabili di lavoro e pericolo intrinseco per il covid19. Anche per il personale dell’asp non c’è pace perché coloro i quali arrivano, devono essere controllati visitati e nei limiti del decoro, assistiti. Anche il personale che lavora nell’hot spot assiste i migranti sul molo per garantire loro pasti vestiario e coperte per la notte.
Ora, è chiaro che ci sono diverse anomalie o condizioni di esclusività che per Lampedusa non sono certamente una novità dell’ultima ora, ma non è chiaro il perché non si riesca a trovare una soluzione quantomeno per tamponare un’emergenza nell’emergenza, almeno in questo periodo di coronavirus.
Prima della pandemia, infatti, quando arrivavano i migranti venivano portati nel centro di accoglienza anche se in sovrannumero, ma ora che il centro è pieno di persone in quarantena, non è possibile farlo.
Gli isolani con il sindaco in testa, hanno chiesto di non consentire ai migranti di mettere piede sull’isola, esclusivamente per questo periodo di emergenza da coronavirus.
A Lampedusa, infatti, non esiste un ospedale; c’è solo un poliambulatorio e un piccolo pronto soccorso non munito di tenda da utilizzare come pre-triage, né esiste personale che potrebbe rendere una tenda utile all’uso ma poi, un eventuale contagio su un’isola così piccola, potrebbe essere devastante per l’intera collettività.
La soluzione possibile sarebbe una nave, la si sta chiedendo da settimane e in tutti i modi. Una nave capace di ospitare i migranti che arrivano, dove potere far passare loro i giorni in quarantena in regime di sicurezza e dove potere dare loro, tutto il necessario.
“In questo momento è come se stessimo gestendo due centri di accoglienza a Lampedusa, – ha detto Gianlorenzo Marinese titolare della Nova Facility, la società che sta gestendo l’hot spot di contrada Imbriacola- uno al molo Favaloro e uno è il centro di accoglienza.Ho avuto notizia dell’esistenza di un bando di gara per l’utilizzo di una nave ma, non riusciamo a trovarne tracce, anche in gazzetta.Noi attendiamo e siamo a disposizione per chi ne avesse bisogno, per garantire anche a bordo di una nave i servizi necessari per gestire i bisogni di migranti. Spero che finisca presto questa emergenza che sta mettendo in difficoltà tutto l’apparato per tornare alla normalità”.
Una delle assurdità che al momento si sta rilevando è che a Palermo dove non ci sono arrivi di migranti, una nave con a bordo migranti in quarantena c’è e sta anche funzionando ma sta servendo solo per i migranti salvati dalle navi delle ong che sono ovviamente costrette a portare gli immigrati fino a Palermo.
La cosa probabilmente più naturale, sarebbe stato di far stazionare quella nave nelle immediate vicinanze di Lampedusa che come ogni isola, anche in caso di mare agitato ha sempre uno o più lati dove il mare è più calmo e quindi la nave, potrebbe rimanere per tutto il tempo necessario in servizio a Lampedusa, dove sarebbe utile all’uso in una naturale completezza, anziché a Palermo. Si era anche pensato come possibile soluzione, l’utilizzo della nave sansovino che attualmente non sta lavorando perché sono stati dimezzati i servizi navali giornalieri per Lampedusa.
Dal momento che è ferma la sansovino, si sarebbe potuto utilizzarla e la Sansovino è anche una nave sufficientemente grande per l’uso. Probabilmente, le urgenze di questi mesi per il resto del territorio italiano, stanno tenendo impegnati i politici a un livello tale, che non hanno il tempo di potere pensare che in mezzo al Mediterraneo, c’è una piccola isola italiana dove sta accadendo qualcosa di grave ma soprattutto di disumano e dove con il solo ausilio di tanto spirito di sacrificio e professionalità, ci sono uomini e donne che stanno lavorando in condizioni estreme, e che stanno riuscendo a garantire tutti, migranti e isolani anche in questo momento così pericoloso davanti a un nemico tanto invisibile quanto pericoloso, che si chiama coronavirus ma una domanda sorge spontanea: per quanto tempo riusciranno a farlo prima che la situazione diventi insostenibile o accada l’irreparabile.
Questo è quanto ci si chiede ogni giorno che passa e ogni barcone che arriva con il suo carico di esseri umani. Donne bambini e uomini che hanno una inconsapevolezza tale da non sapere neanche dell’esistenza del coronavirus oltre che dei pericoli intrinseci di un viaggio in condizioni estreme e quindi pericolosissimo. Nel frattempo, questo pomeriggio ben due motovedette sono uscite dal porto, probabilmente ci sono altri arrivi in vista. ELIO DESIDERIO
Segui il canale AgrigentoOggi su WhatsApp
