Un testimone ha smentito la ricostruzione delle due vittime, che avevano dichiarato di essere state accoltellate per aver negato una sigaretta, e il gip del tribunale di Gela Roberto Riggio ha ordinato l’immediata scarcerazione dell’indagato. Salvatore Montaperto, 33 anni, macellaio di Campobello di Licata, torna in libertà a distanza di un mese dal suo arresto. L’uomo, difeso dagli avvocati Salvatore Manganello e Salvatore Loggia, è accusato del tentato omicidio di padre e figlio, anche loro di Campobello di Licata, avvenuto il 22 maggio scorso nelle campagne di Butera.
Le nuove indagini dei carabinieri, che hanno raccolta la testimonianza di un agricoltore presente al momento dei fatti, hanno accertato i fatti accaduti quel giorno. Le persone offese, colpite con fendenti alla testa e al petto, avevano dichiarato di essere state aggredite per banali motivi e, in particolare, per il rifiuto di offrire una sigaretta al 33enne. Il testimone adesso racconta un’altra versione dei fatti e cioè che sarebbe stato proprio Montaperto ad essere stato aggredito da padre e figlio e che si sarebbe difeso estraendo un coltello.
Dalle indagini sin qui svolte emerge che si è trattato di un episodio tra colleghi di lavoro, in un clima confidenziale e scherzoso degenerato in una aggressione da parte di una delle persone offese nei confronti di Montaperto.