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Home » Politica » Governo vuole election day 20 settembre, no da Regioni e Fdi-Fi

Governo vuole election day 20 settembre, no da Regioni e Fdi-Fi

26 Maggio 2020
in Politica
FOTO IPP/MARCO BECKER MILANO 06/06/2009 ELEZIONE PROVINCIALI ED EUROPEE VOTAZIONI SEGGIO ELETTORALE VOTANTE CABINA SCHEDA PRESIDENTE DI SEGGIO URNA Italy Photo Press - World Copyright

FOTO IPP/MARCO BECKER MILANO 06/06/2009 ELEZIONE PROVINCIALI ED EUROPEE VOTAZIONI SEGGIO ELETTORALE VOTANTE CABINA SCHEDA PRESIDENTE DI SEGGIO URNA Italy Photo Press - World Copyright

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 Il governo punta a un Election day  con Regionali, Comunali e Referendum il 20 settembre ma trova il ‘no’, per differenti motivi, delle Regioni e delle opposizioni. Oggi il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha riunito a Palazzo Chigi il sottosegretario alla Presidenza Riccardo Fraccaro, la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, il ministro per i Rapporti col Parlamento Federico D’Incà e i ministri capidelegazione della maggioranza all’interno del Governo: Alfonso Bonafede (M5S), Dario Franceschini (Pd), Roberto Speranza (LeU) e Teresa Bellanova (Iv). Assente il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, in Lombardia.

Sul tavolo proprio la questione della data del voto, mentre in Parlamento si lavora per la conversione del dl elezioni. Per l’esecutivo la “mediazione” migliore con i governatori che chiedono di non rinviare di troppo le urne nelle Regioni interessate (Veneto, Liguria, Campania, Toscana, Marche, Puglia e Valle D’Aosta) è quella di fissare un Election day  il 20 e 21 settembre, accorpando anche le Comunali e il Referendum per il taglio del numero dei parlamentari. A differenza del solito si voterebbe anche il lunedì, come richiesto dal Comitato tecnico scientifico per limitare l’affollamento ai seggi.

“Le date del 20 e 21 settembre – spiega il sottosegretario all’Interno Achille Variati – sono coerenti con le raccomandazioni formulate dal Comitato Tecnico Scientifico e al contempo cercano di assicurare le corrette condizioni di svolgimento democratico delle competizioni elettorali. Sono l’ipotesi al momento più probabile, ma su cui non è stato ancora raggiunto un accordo con le Regioni”. E le Regioni, di andare a votare il 20 e 21 settembre non ne vogliono proprio sapere.

Da loro erano venuta altre proposte: il 26 luglio, il 6 settembre o al massimo il 13 settembre. Invece quella voluta dall’esecutivo, attaccano il presidente e il vicepresidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini e Giovanni Toti, “cade ben quattro mesi dopo la scadenza naturale delle legislature regionali: mentre i cittadini stanno ormai tornando ad una vita normale, agli stessi viene impedito per quattro mesi di votare.

La decisione del Governo va contro ogni pronunciamento delle Regioni su una loro specifica competenza”. Per questo chiedono un incontro urgente.

Nettamente contrari, dall’opposizione, Fdi e Forza Italia, che chiedono però, al contrario, di far slittare ancora le urne, per permettere a tutti di raccogliere le firme, di fare la campagna elettorale e anche di non compromettere la stagione turistica. Il 20 è “inaccettabile” mentre “la prima data utile per votare è il 27 settembre”, secondo Fdi, che chiede al governo di evitare “forzature”.

Sulla stessa linea Forza Italia: “Votare il 20 settembre – accusa la capogruppo al Senato Anna Maria Bernini – sarebbe un colpo alla stagione turistica e uno schiaffo alla democrazia, con la raccolta di firme in piena estate e una campagna elettorale forzatamente imperfetta. Forza Italia ritiene che per tutti questi innegabili motivi sia opportuno votare a ottobre”. In questa situazione, il governo cercherà di trovare una composizione. “Per noi – spiega una fonte dell’esecutivo – il 20 settembre è la data migliore, ma non si vuole procedere con una prova di forza su un tema come questo. Lavoreremo per arrivare a un accordo”. 

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