
Il processo scaturito dall’inchiesta su un giro di prostituzione di ragazze cinesi tra Licata e alcuni centri del Nord Italia sarà celebrato al Tribunale di Agrigento. Con una sentenza emessa il 25 novembre del 2020, la seconda sezione penale del Tribunale della città dei Templi, presieduta da Wilma Angela Mazzara, aveva dichiarato la propria incompetenza territoriale a decidere nei confronti della presunta associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento e allo sfruttamento della prostituzione, e della permanenza illegale in Italia di ragazze cinesi.
“L’organizzazione criminale ha avuto origine in Lombardia, precisamente in provincia di Como, ed è là che si dovrà celebrare il processo”. Quindi aveva trasmesso gli atti alla Procura lariana perchè istruisse un nuovo processo. E’ stato sollevato un conflitto di competenza, e su questo punto s’è pronunciata la Corta di Cassazione, decidendo di trasmettere gli atti al Tribunale di Agrigento, città dove è nata l’indagine.
Questi gli imputati: Xiu Du, 42 anni, nota come Chiara; Lei Xin, inteso Pietro, 46 anni; Cristina Vittoria Mastrolia, 46 anni, della provincia di Como; Fabio Zamboni, 46 anni, della provincia di Como; Maddalena Coppola, 74 anni, di San Gennaro Vesuviano (Napoli); Rino Merlo, 52 anni, di Cinisello Balsamo (Milano); Maria Recupero, 56 anni, della provincia di Milano; Salvatore Luce, 70 anni, della provincia di Monza e Brianza; Giuseppe Gorgonio, 55 anni, di Milano; Luigi Carta, 59 anni, della provincia di Carbonia-Iglesias (Sardegna); Lihua Wu, 65 anni, di Empoli; Fei Fei Xie, 39 anni; Salvatore Musumeci, 77 anni, della provincia di Catania e Yaomin Wang, 45 anni.
Il Gip del Tribunale di Como ha riconosciuto la propria competenza a decidere limitatamente alle posizioni di Xiu Du e Lei Xin. Le ragazze cinesi arrivavano dal loro Paese, e nei primi tempi si sono sarebbero prostituite in un’abitazione di Licata. Successivamente si sono spostate in Lombardia, e sarebbero riuscite a restare nel territorio nazionale attraverso gli strumenti della presunta organizzazione, che provvedeva a elaborare finte buste paga e dichiarazioni dei redditi che attestavano un lavoro inesistente, oppure mettevano in piedi dei matrimoni fittizi. L’organizzazione, di cui gli imputati avrebbero avuto un ruolo diverso occupandosi di svariati aspetti logistici, si avvaleva di annunci sul web che parlavano di ragazze cinesi esperte in massaggi orientali con giovani esposte seminude in bella vista.