Con la locuzione ginnastica passiva si fa riferimento a una particolare metodica in cui l’attività muscolare non è determinata da un impulso nervoso che giunge dall’interno, bensì da una sollecitazione che arriva dall’esterno.
Il termine “passiva” si riferisce al fatto che il soggetto non compie volontariamente un determinato movimento; si contrappone quindi in modo netto alla cosiddetta ginnastica attiva in cui si ha una sollecitazione interna dei gruppi muscolari.
Si tratta di una metodica che può essere impiegata per diversi scopi, terapeutici e no e vi sono diversi centri che propongono la ginnastica passiva con macchinari di vario tipo che sfruttano tecnologie avanzate come per esempio l’elettrostimolazione (EMS).
Vi sono anche macchinari che richiedono un minimo sforzo fisico e sfruttano effetti quali il sottovuoto e l’effetto Thermal come per esempio l’allenamento Vacufit oppure macchinari come la criosauna in cui la temperatura all’interno della cabina raggiunge i -170 °C ed è utile per l’accelerazione del metabolismo, per la tonicità cutanea, per la riduzione della cellulite e della massa grassa ecc.
Quali sono gli obiettivi della ginnastica passiva?
Gli obiettivi della ginnastica passiva sono molteplici; fra questi si ricordano in particolare la perdita di massa grassa con conseguente dimagrimento, l’aumento della massa magra, una maggiore tonicità muscolare, l’accelerazione del metabolismo basale, il miglioramento della circolazione e dell’irrorazione dei tessuti ecc.; tutto ciò porta a un miglioramento generale dello stato di forma del soggetto. La ginnastica passiva può inoltre essere di notevole aiuto in ottica riabilitativa.
Ginnastica passiva: il fattore tempo
Nessuno mette in dubbio gli effetti positivi della ginnastica attiva; l’attività fisica tradizionale, infatti, ha effetti riconosciuti sulla salute generale e in particolar modo su quella cardiovascolare. Per ottenere i suoi scopi, però, la ginnastica attiva richiede perlomeno dalle 3 alle 5 sedute settimanali a seconda dei risultati che si vogliono ottenere e ciò si concretizza in circa 4-7 ore di allenamento; si deve infatti tenere conto anche del tempo necessario al riscaldamento, che ha un’importanza cruciale in questo tipo di allenamento.
Non è però facile per chi studia e tantomeno per chi lavora riuscire a ritagliarsi uno spazio temporale così esteso.
Ecco che la ginnastica passiva può rappresentare la soluzione ottimale. L’allenamento EMS, per esempio, richiede 1-2 sedute settimanali di circa 20 minuti ciascuna; l’allenamento con Vacufit prevede sessioni di circa 30 minuti e sono necessarie 2-3 sedute.
Si nota facilmente che il risparmio di tempo è notevole e i risultati che si possono ottenere sono essenzialmente sovrapponibili. È anche per questo motivo che molto spesso si parla di “fast fitness”, espressione che indica brevi sessioni di allenamento combinate a tecnologie all’avanguardia.
Va comunque ricordato che queste metodiche di allenamento possono essere tranquillamente affiancate a sedute di allenamenti tradizionali così da massimizzare i risultati dell’attività fisica.
A seconda poi del tipo di sport che si pratica, una seduta di ginnastica passiva può andare a sollecitare anche muscoli che non sono chiamati in causa da determinate attività. Per esempio, chi si allena per la corsa di resistenza sollecita molto gli arti inferiori, ma poco o niente la parte superiore del corpo.
La ginnastica passiva può quindi risultare idonea anche per conferire una maggiore armonia alla muscolatura del corpo evitando sproporzioni tra la parte inferiore e quella superiore.
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