“Immaginiamo di poter coinvolgere il prossimo anno, in un progetto di “Agrigento Capitale Italiana della Cultura”, i rappresentanti delle tre religioni monoteiste di quei Paesi alle prese con i conflitti, per far sì che dal tempio della Concordia possa partire un messaggio di pace”. Lo ha annunciato il presidente della Fondazione per “Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025”, Giacomo Minio, intervenendo ad una sessione degli Stati Generali della Cultura, organizzati da “Il Sole 24 Ore” presso il Teatro Massimo di Palermo. Il presidente Minio, partecipando ad un talk sul tema “Il potere della Cultura tra diplomazia e attrattività”, a proposito del tentativo in atto di distruzione dei simboli della cultura di un popolo, tra l’altro ha detto: «Colpire i beni culturali significa colpire anche il passato di quel popolo. Quindi c’è la consapevolezza del valore dei beni culturali. In questa avventura di Agrigento Capitale della Cultura – ha proseguito Minio – ho cercato di guardare al fatto che Agrigento, geograficamente, è una città baricentrica fra due conflitti bellici, ossia, quello tra israeliani e palestinesi e la Russia. Agrigento ha ereditato la Valle dei Templi e il tempio della Concordia, dove si celebra la festa dell’amicizia fra i popoli. Quindi ho pensato di immaginare di declinare il concetto di Cultura, in termini di rispetto e amore. Noi non possiamo realizzare una capitale della Cultura che non abbia un occhio a questo aspetto. Immagino quindi di coinvolgere, proprio perché abbiamo un conflitto alle porte, le religioni dei Paesi alle prese con i conflitti per far sì che dalla Valle dei Templi possa partire un messaggio di pace. Quindi il bene culturale, che è visto da colpire per distruggere, può essere visto come qualcosa che deve ampliare il sentimento dell’amore e della pace».
Sempre a proposito di Capitale della Cultura, il presidente Minio ha anche rassicurato circa la buona riuscita degli eventi. “Siamo sostanzialmente alle porte del nuovo anno con l’inaugurazione che avverrà a gennaio con il capo dello Stato – ha concluso Giacomo Minio – con il coinvolgimento di tutti gli “attori territoriali” affinché nessuno rimanga escluso, non soltanto con le istituzioni, gli Ordini professionali, l’Università, il Conservatorio di musica, ma anche con tutte le fasce sociali, puntando in questa grande occasione a non lasciare dietro nessuno”.
LORENZO ROSSO
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