Un indagato risponde alle domande e confessa. Gli altri quattro, invece, hanno fatto scena muta. Questo l’esito degli interrogatori dinanzi al Gip del Tribunale di Agrigento, Luisa Turco, chiamata a decidere se convalidare o meno i fermi dei cinque Rom, accusati di avere realizzato una ventina di furti in abitazione, tra la città dei Templi, e altri centri della provincia, ma anche nei territori di Caltanissetta ed Enna.
In carcere su provvedimento di fermo di indiziato di delitto firmato dal pubblico ministero Gloria Andreoli, sono finiti Laslo Radosavljevic, 35 anni, alias Laslo Lucan, dell’ex Jugoslavia; Daniel Lucan, 30 anni, rumeno; Ciprian Lucan, 38 anni, rumeno; Laslo Rac, 59 anni, serbo, e Sasa Radosavljevic, 24 anni, serbo. Gli indagati sono difesi dagli avvocati Alba Raguccia, e Salvatore Pennica.
Il solo Ciprian Lucan ha ammesso i fatti, esattamente parlando del suo coinvolgimento in 4 furti. Si è detto dispiaciuto. Gli altri quattro si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. La banda è stata fermata dai carabinieri della Compagnia di Agrigento, guidati dal capitano Marco La Rovere. E’ accusata di una ventina furti, la gran parte compiuti a San Leone, Villaggio Mosè, e Montaperto.
Sempre lo stesso il “modus operandi”. I malviventi si intrufolavano nelle abitazioni dopo aver forzato porte e finestre, e con l’utilizzo di mazze ferrate, smuravano le casseforti, portando via oro, gioielli di valore, orologi Rolex, computer, persino armi legalmente detenute.
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