
«Ha continuato a commettere furti nonostante fosse gravato dalla misura cautelare dell’obbligo di dimora e dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria». Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Agrigento ha disposto l’aggravamento del provvedimento restrittivo con la misura della custodia in carcere. Nel tardo pomeriggio di lunedì, Fabrizio Rizzo, 28 anni, è stato arrestato e riportato alla casa circondariale «Di Lorenzo» dagli agenti della Squadra Mobile della Questura di Agrigento.
Il giovane, ricorda il GDS con un articolo pubblicato questa mattina, fra la fine di aprile e maggio del 2018, era stato arrestato, in flagranza di reato, in quanto sorpreso a rubare all’interno di un villino di San Leone.
Appena all’inizio di questo mese, il Gip Alessandra Vella stabilendo che «considerato il tempo trascorso, le esigenze cautelari si possono ritenere affievolite» aveva revocato l’obbligo di dimora nei confronti del favarese Fabrizio Rizzo che era stato, un anno addietro appunto, arrestato insieme al cinquantatreenne campano Roberto Iovine.
Il difensore, l’avvocato Calogero Lo Giudice, aveva chiesto che l’indagato, finito prima ai domiciliari e poi in carcere, tornasse del tutto libero ma il giudice ha ritenuto, per tutelare «le residue misure cautelari», di mantenere solo l’obbligo di firma.
Secondo le ultimissime indagini condotte dalla polizia di Stato, sebbene gravato dalla misura cautelare, il giovane avrebbe continuato nella sua attività criminosa, «rendendosi responsabile di un ulteriore episodio di furto con strappo consumato a Raffadali lo scorso 8 maggio – ha ricostruito, ieri, la Questura di Agrigento – . Inoltre, nel corso del procedimento penale a carico di Rizzo veniva acquisita una relazione tecnica della polizia Scientifica che aveva rilevato, in sede di sopralluogo condotto a seguito di un furto in abitazione consumato nel capoluogo, un’impronta papillare risultata appartenere al giovane – ha proseguito la ricostruzione ufficiale della Questura – . Pertanto, ritenuta l’inadeguatezza della misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria a contenere l’abitualità criminale di Rizzo e continuando a sussistere le esigenze cautelari alla base dell’adozione del provvedimento restrittivo, il Gip ha sostituito la misura cautelare con quella più afflittiva della custodia in carcere». Misura eseguita, appunto, nel tardo pomeriggio di lunedì, dagli agenti della Mobile che, dopo le formalità di rito, hanno trasferito il giovane al carcere di contrada Petrusa ad Agrigento.