“Tutta Favara, anzi direi l’Italia intera, hanno pianto Marianna. Si è potuto dirle addio, in un grande abbraccio commosso che ha cinto una famiglia distrutta che è stata però esempio di compostezza, dignità e coraggio in questi lunghi 19 giorni”. Lo dice in una lunga nota il sindaco di Favara, Antonio Palumbo, presente in prima fila e con lui numerosi sindaci della provincia di Agrigento, ai funerali della trentottenne Marianna Bello. “Da sindaco, da favarese, da uomo, non posso che essere per sempre grato ai tanti che si sono prodigati in queste settimane – continua il primo cittadino -. Le istituzioni, innanzitutto: il prefetto Salvatore Caccamo, il questore Tommaso Palumbo, il comandante provinciale dei carabinieri Nicola De Tullio, il comandante dei vigili del fuoco Calogero Barbera e il procuratore capo di Agrigento Giovanni Di Leo; il dirigente della protezione civile regionale Salvo Cocina e il comandante regionale dei vigili del fuoco Michele Burgio”.
“Grazie all’arcivescovo di Agrigento Alessandro Damiano per le parole pronunciate durante l’omelia – ha aggiunto il sindaco di Favara -. Grazie ai tanti colleghi sindaci che hanno voluto manifestare vicinanza alla comunità. Grazie al luogotenente Paolino Scibetta per il coraggio e la determinazione dimostrata fin dal primo momento. Voglio ancor di più ringraziare tutti coloro che in questi 19 giorni hanno cercato Marianna come se fosse la propria figlia o la propria sorella. I vigili del fuoco, innanzitutto, che senza paura e senza mai cedere di un centimetro, hanno battuto palmo a palmo il territorio, partecipando alle ricerche senza sentire fatica e senza mai cedere alla rassegnazione. Hanno lavorato ben oltre quanto era loro chiesto di fare, gettando il cuore oltre ogni ostacolo. Molti di loro, il giorno del ritrovamento, piangevano lacrime sentite di rabbia e commozione”.
“Grazie ai tanti volontari che si sono fin da subito prodigati, agli uomini e alle donne della protezione civile regionale e provinciali guidati sul territorio dai funzionari Olimpia Campo e Marzio Tuttolomondo e alle associazioni che hanno operato, ma anche ai tanti favaresi che hanno fatto sentire il proprio supporto ai soccorritori, portando loro cibo, caffè o anche solo una parola di conforto. E infine grazie alla mia squadra di assessori e, soprattutto, a mia moglie Enza, che è stata al mio fianco ogni giorno e senza la quale, forse, non avrei trovato la forza di andare avanti”, ha concluso il primo cittadino favarese.
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