Sensibilità e passione nell’obiettivo: un’analisi della premiazione di Fotografa San Calogero e il Mandorlo in Fiore.
Nell’articolo, Antonio Barone, presidente del circolo culturale John Belushi di Agrigento, condivide le sue riflessioni sulla cerimonia di premiazione dell’evento “Fotografa San Calogero e il Mandorlo in Fiore” tenutasi giovedì scorso. Barone ha fatto questa recensione: “È la seconda volta che il Belushi viene chiamato a premiare una foto nel contest organizzato da AGRIGENTOOGGI. È significativo, quasi stupefacente, che in tanti e tante si cimentino in una gara che, in fondo, gara proprio non è: piuttosto è il desiderio di mostrare quello che il proprio occhio afferra durante i giorni che maggiormente coinvolgono la nostra Città.”
Barone, in quanto presidente del circolo John Belushi, ammira la sensibilità di coloro che, non essendo professionisti, partecipano al concorso per catturare il meglio della Sagra e di “San Calò”. Barone sottolinea la bellezza delle centinaia di immagini candidate, inquadrate da chi maneggia con passione uno strumento quasi feticcio come la “macchina fotografica”, proveniente da un mondo passato che ritorna in occasione degli eventi più tradizionali e popolari di Agrigento.
Antonio Barone condivide la passione del suo circolo culturale per l’immagine in movimento del cinema, il fumetto e la fotografia d’autore. Descrive la serata di premiazione come un mix di “festa paesana e red carpet”, divertente e coinvolgente. Barone suggerisce che potrebbe essere gratificante affidare i giudizi a professionisti della fotografia, ma ammira comunque la scelta del miglior ritratto effettuata dal circolo John Belushi.
Infine, Barone commenta la presenza istituzionale dei politici all’evento, tra cui gli assessori al turismo e alla cultura Costantino Ciulla e Gioacchino Alfano, come una passerella politica. “Si potrebbe fare pure a meno della passerella di qualche Amministratore che (sicuramente sbaglio) sembra avere scarsa attenzione per quanto nella nostra Città avviene: e non mi riferisco soltanto all’annosa incapacità di risolvere i problemi che rendono impresentabile Agrigento ma anche all’indifferenza nei confronti di chi negli anni ha creato comunità e pagine di cultura”.
Va detto in risposta a Barone, che in merito alla scelta del miglior ritratto effettuata dai rappresentanti del circolo John Belushi, si è dimostrato che non è necessario essere esperti di fotografia per apprezzare e selezionare una foto di grande valore estetico. La decisione di premiare il ritratto di un uomo ha anche contribuito a sfatare falsi stereotipi femministi, dimostrando che l’arte della fotografia non conosce limiti di genere.
D’altra parte, tutte le altre foto premiate sembrano essere state scelte seguendo criteri giornalistici, privilegiando immagini emblematiche e capaci di raccontare la vera essenza delle celebrazioni di “San Calò” e del Mandorlo in Fiore. Il direttore del giornale Domenico Vecchio, supportato dall’appassionato di fotografia e storico collaboratore del concorso, Francesco Novara, ha giocato un ruolo fondamentale nella selezione delle immagini che meglio raccontassero l’evento.
Infine, va chiarito che la presenza dei politici alla cerimonia non è stata una mera passerella politica, ma una presenza istituzionale voluta per sostenere la promozione turistica delle foto in concorso. La partecipazione dell’assessore al turismo e alla cultura Costantino Ciulla e dell’assessore alle scuole Gioacchino Alfano, insieme all’amministratore del distretto turistico Valle dei Templi Fabrizio La Gaipa, sottolinea l’importanza dell’arte e della fotografia nella promozione del patrimonio culturale di Agrigento. VIDEO
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Ecco la recensione di Antonio Barone per intero: È la seconda volta che il Belushi viene chiamato a premiare una foto nel contest organizzato da AGRIGENTOOGGI. È significativo, quasi stupefacente, che in tanti e tante si cimentino in una gara che, in fondo, gara proprio non è: piuttosto è il desiderio di mostrare quello che il proprio occhio afferra durante i giorni che maggiormente coinvolgono la nostra Città. E in questa “gara-non-gara” quel che emerge è la sensibilità di chi, non professionista, mira al meglio (al bello) della Sagra e di “San Calò”. Le immagini candidate (centinaia …) sono molto belle, alcune stupende; inquadrate da chi si ostina a maneggiare uno strano aggeggio chiamato “macchina fotografica” che, diciamolo, è quasi un feticcio proveniente da un mondo passato. Ma questo mondo ritorna proprio in occasione dei due eventi più tradizionali e al contempo “POP” che Agrigento da anni e anni vive. È un atto quasi rivoluzionario quello che porta le persone a misurarsi col Santo o con la Danzatrice, a volerne cogliere la fissità o i movimenti. Al Belushi, da 35 anni, inseguiamo il fascino dell’immagine in movimento del cinema ma abbiamo fatto tante incursioni nel mondo del fumetto e della fotografia d’Autore: insomma ci appassioniamo come chi “ferma” quel soffio di realtà e di sogno in un fotogramma. La serata della premiazione è stata un po’ festa paesana, un po’ red carpet: divertente insomma. Forse affidare i giudizi a chi fa fotografia per professione potrebbe essere più gratificante per chi il premio riceve. Inoltre, detto fuori dai denti, si potrebbe fare pure a meno della passerella di qualche Amministratore che (sicuramente sbaglio) sembra avere scarsa attenzione per quanto nella nostra Città avviene: e non mi riferisco soltanto all’annosa incapacità di risolvere i problemi che rendono impresentabile Agrigento ma anche all’indifferenza nei confronti di chi negli anni ha creato comunità e pagine di cultura.

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