Fortitudo: Una stagione da ricordare. Le pagelle dei protagonisti
Stagione finita, tempo di bilanci. Succede sempre così. La stagione cestistica della Fortitudo Moncada Agrigento è terminata con l’eliminazione agli ottavi dei playoff per mano della Consultinvest Bologna consegnando quest’annata definitivamente agli archivi della memoria. Dunque, proviamo a stilare una pagella dei protagonisti di questa stagione:
Salvatore Moncada — 6. Il presidente della società biancazzurra aveva subito messo le cose in chiaro già all’indomani dell’eliminazione dai playoff della passata stagione.
Per il 2018: taglio del budget del 30%, investimento su giovani promesse e rilancio del settore giovanile. Tutto sacrosanto. Giustamente, lui da solo copre buona parte delle spese. Ma, a nostro giudizio, lo sfogo presidenziale è stato controproducente. Da un punto di vista strettamente comunicativo, è passato il messaggio che ci fosse aria di smobilitazione, con l’effetto di raffreddare tutto l’ambiente, circostanza che può avere in parte condizionato una maggiore presenza di pubblico alle partite.
Cristian Mayer — 8. Se fosse un promotore finanziario, gli si potrebbero tranquillamente affidare i propri soldi ben consapevoli che restituirà il capitale, maggiorato di almeno il 10%. Sì perché il direttore sportivo dei biancazzurri, sa fare il suo mestiere. Taglio del
budget? Non c’è problema. Ti pesco uno dalla serie B, uno dalla serie C, un paio di stranieri affidabili e il più è fatto. Abbiamo semplificato per ovvie ragioni, ma non c’è nulla da aggiungere, se non che ha vinto la scommessa.
Franco Ciani — 8. The right way, la giusta via. Questo è Franco Ciani. Gli cambiano praticamente tutta la squadra, ma in pochissimo tempo ne assembla un’altra dello stesso livello e la porta, contro ogni pronostico, ai playoff. Chapeau!
Simone Pepe — 8. Il pescarese è stato la rivelazione del campionato. Un gladiatore del parquet che ha infiammato il PalaMoncada. Quasi 12 punti di media in 19 minuti di impego. Non sappiamo se resterà o meno ad Agrigento, ma il difficile viene adesso perché, dovunque giocherà, dovrà dare conferma di quanto fatto in questa stagione.
Jalen Cannon — 8. Preceduto dalla fama di eccellente rimbalzista, l’americano di Allentown, ha risposto alla grande: più di 15 punti a partita con quasi 10 rimbalzi con prestazioni da MVP (40 di valutazione contro Scafati e 44 contro Napoli).
Un “calvinista” del parquet che ha corso avanti e indietro senza fermarsi mai (37 minuti di media) e di grande correttezza in campo (2.2 falli commessi).
Pendarvis Williams — 7.5. Tornato ad Agrigento dopo due stagioni e reduce dall’infortunio al ginocchio, la guardia di Philadelphia aveva bisogno di ritemprarsi. Un ambiente accogliente come quello agrigentino era la soluzione ideale e, nonostante quache scetticismo, lui ha smentito tutti. Certo, a volte, almeno nella prima parte di stagione, si è avuta l’impressione che giocasse un po’ con il freno a mano. Ma, a poco a poco, è cresciuto
sempre di più (miglior giocatore del girone ovest nel mese di aprile) chiudendo la stagione con 13 punti di media, 5 rimbalzi e 4 assist giocando quasi 35 minuti a partita.
Lorenzo Ambrosin — 7.5. L’altra grande rivelazione del campionato. Un prodotto del vivaio della Reyer Venezia proveneinte dalla serie C. Scommessa vinta, perché la guardia di Jesolo si è preso in poco tempo i galloni da titolare. Ha ancora ampi margini di crescita, ma quasi 10 punti di media con 3 rimbalzi, per un esordiente in questa categoria e in così poco tempo, sono un ottimo inizio.
Marco Evangelisti — 7. Un nome, una garanzia. Con la partenza di Albano Chiarastella, eredita i galloni di capitano e l’arduo compito di plasmare sul campo il nuovo gruppo di giocatori. Compito che è stato svolto con la professionalità e l’impegno che lo hanno sempre contraddistinto (quasi 12 punti di media). Evergreen!
Tommaso Guariglia — 6.5. Alla seconda stagione in A2, il centro salernitano ha incrementato il minutaggio (passato da quasi 13 a oltre 15 a partita) e la media punti (da 3.4 a quasi 6 a partita). “Long Tom” ha fatto intravedere buone cose.
Ruben Zugno — 6. Partito Alessandro Piazza, il play nisseno ne eredita il ruolo. Al di là dell’infortunio che lo ha tenuto fuori nella parte finale della stagione, si sono comunque visti miglioramenti significativi. Tuttavia, Ruben è chiamato a dare maggiore continuità alle proprie prestazioni e a mostrare maggiore personalità.
Giacomo Zilli — 6. Sufficienza d’incoraggiamento per Giacomo, arrivato a stagione in corso dall’università della North Carolina dove ha studiato e giocato. Si è ambientato
subito e si è guadagnato il proprio spazio giocando anche alcune buone partite (doppia-doppia da 10 punti e 12 rimbalzi nel derby contro Trapani). Tuttavia, riteniamo che se vuol continuare a giocare a questi livelli, bisognerà migliorare alcuni aspetti tecnici.
Isacco Lovisotto — 5.5. Dei nuovi arrivati è quello che ha convinto di meno. Del resto per sua stessa ammissione, aveva delle riserve a venire a giocare ad Agrigento. Forse questo può averlo condizionato psicologicamente, fatto sta che “Zac” è apparso un po’ acerbo e a tratti un pesce fuor d’acqua. Ad ogni modo, tenuto conto che non ha nemmeno vent’anni, lavorando sia sui fondamentali tecnici, che sull’aspetto atletico, può diventare un ottimo giocatore.
Paolo Rotondo — n.g. Stagione finita dopo tre giornate per il forte centro siracusano arrivato in estate. L’augurio è di rivederlo presto in campo.
Luca Savoca, Giuseppe Cuffaro, Giuseppe Magro — n.g. Qualche scampolo di partita per i tre prodotti del vivaio biancazzurro aggregati alla prima squadra.
Michele Bellavia
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