
Sipario chiuso per la Fortitudo Agrigento. Perdendo gara-3 dei quarti playoff contro la Vanoli Cremona, lo storico club cestistico della città dei Templi ha messo in archivio una delle stagioni più belle degli ultimi anni. La stagione del ritorno in serie A2 dopo le due stagioni di B. Ad ogni modo, come ogni fine stagione che si rispetti, proviamo a stilare le pagelle dei protagonisti:
Società: 9. Superata finalmente la fase più dura del Covid, superata la prematura scomparsa del patron Salvatore Moncada, la rinascita della Fortitudo si materializza con il ritorno in A2 e nel basket che conta. Nel solco del padre, ma con una vision rinnovata, Gabriele Moncada onora l’impegno in maniera eccezionale – non ultimo l’ingaggio di Matteo Imbrò – riuscendo nell’impresa di mantenere la categoria con grande autorevolezza.
Cristian Mayer: 9. Il manager veneto aveva già posto le basi di questo roster nelle stagioni passate. Successivamente fa centro riportando (alla fine della scorsa stagione) Ambrosin ad Agrigento, poi Cagnardi in panchina, fidandosi altresì delle dritte di quest’ultimo per ingaggiare Negri. Infine, completa l’opera con l’ingaggio di Matteo Imbrò.
Devis Cagnardi: 9. Il coach bresciano torna ad Agrigento, ma è come se non fosse mai andato via, riprendendo quel filo interrottosi bruscamente nel febbraio del 2020 a causa della pandemia. Trova un gruppo su cui un altro allenatore avrebbe avuto qualche dubbio e invece riesce a cementarlo ulteriormente, giocando un basket efficace quanto spettacolare. #beyondyourlimits
Albano Chiarastella: 9. Decima stagione da gladiatore per l’italo-argentino, autentico “franchise player” della Fortitudo. A quasi 38 anni ha le motivazioni di un diciottenne al debutto nei seniores. È leader per minutaggio (oltre 35 min. di media in regular season) garantendo sempre leadership e solidità difensiva. La prestazione in gara-3 contro Cremona (43 minuti, 17 punti con il 75% dal campo, 10 rimbalzi e 33 di valutazione) è lo specchio della sua stagione.
Lorenzo Ambrosin: 9. “The Trigger” si conferma giocatore di sistema ed elemento di equilibrio indispensabile e con una grande etica del lavoro. Il 2023 è stato a dir poco pazzesco viaggiando alla media di oltre 17 punti a partita con il 37% dall’arco.
Alessandro Grande: 9. Il “cobra” non si smentisce e regala a sé stesso e ai tifosi una stagione da incorniciare. L’impressione è che avesse tanta voglia di misurarsi in questo campionato dopo le stagioni di B. Inutile parlare di numeri perché in ogni partita ha sempre regalato il suo repertorio fatto di triple pazzesche, canestri impossibili e assist che non finiscono mai di stupire. #cobramentality
Matteo Imbrò: 8,5. Non è mai facile arrivare a stagione in corso e in una squadra dagli equilibri già definiti. L’agrigentino, tuttavia, accetta ben volentieri scendendo di una categoria e dando il proprio contributo nelle tre gare disputate in biancazzurro.
Cosimo Costi: 8. Stagione più che positiva per il fiorentino che ha sempre risposto presente quando è stato chiamato in causa. In regular season ha viaggiato alla media di 9.4 punti di media saliti a 10.5 nella seconda fase sebbene ci sia stato un vistoso calo nella percentuale dall’arco.
Kevin Marfo: 7. Qualche appannamento e un calo nella seconda parte di campionato offuscano la stagione del rookie americano, passato dai 14 di media in regular season ai 10 della seconda fase, scesi poi infine a 8 nelle tre gare della serie playoff. Il potenziale ci sarebbe per un giocatore che potrebbe anche fare il salto superiore. Da rivedere.
Daeshon Francis: 7. Su di lui c’erano grandi aspettative. Possiede atletismo, sa attaccare il ferro in velocità come pochi, sa difendere. Tuttavia, non avendo spiccate doti balistiche e dando a volte l’impressione di un giocatore più da playground che da parquet, il potenziale ne esce fortemente limitato.
Mait Peterson: 7. Alla terza stagione in biancazzurro l’estone si rivela un jolly prezioso nello scacchiere di Cagnardi, un giocatore sì di rotazione ma con lampi come il career-high di 29 punti (3/6 da tre, 10/13 da due e 26 di valutazione) messi a segno nel match casalingo contro Chiusi.
Matteo Negri: 6,5. Il giocatore era reduce da un grave infortunio, quindi c’erano le incognite legate al suo pieno recupero fisico. Alla fine si rivela prezioso vista la sua duttilità tattica che gli consente di ricoprire tre ruoli esterni e di dare così il suo contributo alla causa.
Nicolas Mayer, Luca Bellavia, Sadio Traoré: n.g. Impossibile dare una valutazione.