Il primo cittadino della Città di Agrigento Lillo Firetto adesso tira le somme del periodo trascorso, quasi due anni, nel silenzio nel corso della vicenda contabile che lo riguardava. A seguito della sentenza di assoluzione, ieri ha tenuto una conferenza stampa ad hoc per “svuotare il sacco” tra dati, dettagli e anche tanta amarezza.
“Sono stati due anni in speculazione politica, cattiva, brutta che mi hanno costretto a difendermi nelle aule appropriate“, ha dichiarato Firetto.
Poi, facendosi portavoce di chi gli è stato vicino, ha continuato: “Abbiamo sofferto sia io che la mia famiglia ed anche i miei collaboratori. Oggi la vicenda amara si conclude nell’unico modo possibile perchè io ero certo e convinto che sarebbe finita così. Ecco perchè ho continuato a fare il sindaco, diversamente sarei tornato a fare altro”.
Ancora però, l’attuale sindaco di Agrigento ed ex sindaco di Porto Empedocle non riesce a smaltire l’amarezza accumulata perchè, come da lui stesso dichiarato, “ha passato un brutto periodo aggravato dal fatto di avere appreso una triste notizia in famiglia”.
Si è sentito attaccato da più fronti e “da chi ha alimentato in maniera deliberata comportamenti che non gli appartengono”. In tanti lo hanno reso responsabile del dissesto finanziario di Agrigento e Porto Empedocle. Gli attacchi nei suoi confronti- come ha ricordato in conferenza- sono partiti nel 2015 quando decise di candidarsi a sindaco della Città dei Templi e da lì “si sono susseguite speculazioni politiche per screditarlo”.
Nel corso dell’incontro con la stampa, Lillo Firetto ha voluto anche difendere l’operato dei dirigenti Rizzo e Alesci: “Hanno operato correttamente secondo i principi contabili vigenti alla data in cui hanno redatto quei bilanci. Anche loro hanno trascorso un periodo triste e sotto tiro dal punto di vista umano”– ha tenuto a sottolineare.
Per il sindaco agrigentino comunque resta ancora aperta l‘indagine della Procura della Repubblica di Agrigento.
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