
E’ un’inchiesta delicata che affonda le sue radici sul canonico reato di abuso d’ufficio e quello ben più complicato riguardanti i reati finanziari, nello specifico sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte.
Al centro dell’attenzione del pubblico ministero Antonella Pandolfi la società che ha costituito l’Ato Ag3.
Dieci persone risultano indagate e tutte “eccellenti”: l’ex sindaco di Licata Angelo Cambiano, l’attuale sindaco di Naro Maria Grazia Brandara ed il primo cittadino di Campobello di Licata Giovanni Gioacchino Picone ed altri sette. I particolari su Grandangolo in edicola questa mattina.
Giovanni Gioacchino Picone replica:
Ho appreso questa mattina, dagli organi di stampa, che sarei indagato per “abuso d’ufficio e sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte”, nell’ambito di una inchiesta relativa ad un contenzioso tra il Comune di Licata e la “Dedalo Ambiente” poi assorbita dalla SRR “Agrigento EST”. Il mio coinvolgimento nell’inchiesta sarebbe originato dall’aver ricoperto il ruolo di Presidente della SRR.
É scontata, da parte mia, la massima fiducia nella magistratura e la totale collaborazione per accertare ogni singolo aspetto. Mi sento in dovere, comunque, di rendere noto che, sugli avvenimenti oggetto di indagine, ero già stato ascoltato, diversi mesi fa, dalla Guardia di Finanza di Licata, e, in quella sede, era stato chiarito che gli atti sotto indagine erano tutti successivi alle mie dimissioni da presidente della SRR avvenute nel mese di luglio 2017, e pertanto in nessuno di essi poteva esservi ravvisata una mia responsabilità di alcun tipo.
É facile comprendere il mio stupore, pertanto, questa mattina quando ho letto di essere iscritto nel registro degli indagati.
Ripeto che resto assolutamente fiducioso che il lavoro della Magistratura chiarirà la mia totale estraneità ai fatti oggetto di indagine, nella serenità di non aver mai commesso alcunché di illecito.
Anche l’ex sindaco di Licata, Angelo Cambiano, ha commentato la vicenda:
“Ho appreso con stupore di un mio presunto coinvolgimento in merito ad un’indagine relativa a supposti favori contabili a vantaggio della Dedalo Ambiente. Premesso che l’ordinamento definisce in maniera chiara e decisa la netta distinzione tra atti di indirizzo politico ed atti gestionali, è doveroso ricordare che, durante gli anni della mia sindacatura dal luglio 2015 al 09 Agosto 2017, il Comune di Licata sia fuoriuscito dalla Società d’Ambito Dedalo Ambiente con ordinanza sindacale a causa delle gravi condizioni igienico-sanitarie e della fase di stallo e degli evidenti disservizi che la gestione “Dedalo” stava generando. MI preme, inoltre, ricordare come negli anni della mia sindacatura il costo del servizio dei rifiuti sia diminuito notevolmente con un conseguente risparmio per l’Ente e per l’intera collettività. Non vorrei, dunque, che tutta la vicenda, volta a screditare la mia immagine ed il mio operato politico, possa essere scaturita da un’azione che da mesi oramai viene portata avanti da gruppi di persone /associazioni. In ogni caso, confidando nel lavoro della magistratura, spero di essere sentito al più presto, potendo dimostrare, carte alla mano di aver operato nell’esclusivo interesse dei cittadini licatesi e in senso favorevole al buon andamento della Pubblica Amministrazione. Preannuncio, infine, che non mi asterrò dal procedere nei confronti di chiunque abbia potuto calunniare la mia persona.”
È intervenuto anche il commissario liquidatore della Dedalo Ambiente, Rosario Miceli che dichiara:
“mi risulta essere estraneo ai fatti stante che dell’ottobre 2013 non ho esercitato nessuna attività gestionale del servizio voluto dalla legge regionale che ha affidato la gestione del servizio ai commissari nominati con decreto dal presidente regione Sicilia”.