Di provocazioni ne corrono tante sui social. Ne scegliamo solo due che al momento polarizzano l’attenzione generale e rivelano un sottofondo comune di larga condivisione.
Due di una città sovraccarica di problemi come Favara, dove in queste ore l’attenzione si va concentrando sempre più, anzitutto sulla scomparsa, ormai da quindici giorni, di una persona. Cioé la giovane trentenne, madre di 4 figli, Gessica Lattuca, su cui ancora malgrado l’impegno delle forze dell’ordine, nulla ancora, mentre scriviamo, si riesce a sapere.
Un fatto gravissimo, su cui un noto legale favarese ha suscitato un groviglio di aspre polemiche giudicando inadeguata l’attenzione collettiva, specie delle autorità. Una valutazione che ha provocato garbate e vivaci osservazioni, tipo quelle della sindaca Anna Alba, di don Marco Damanti e non solo.
La prima che ha rivendicato di avere avuto e di avere la massima attenzione, facendo notare comunque che un tale lavoro su un fatto così grave forse è meglio che non abbia “il clamore della visibilità”, mentre don Marco e con lui anche qualche fedele laico, come il dott. Gaetano Scorsone, notoriamente impegnato nel sociale e responsabile dell’Area “P. Puglisi” del CPC, che con diverso taglio hanno sottolineato come ripetutamente in diverse occasioni, specie durante questi giorni appena trascorsi della festa di S. Giuseppe, il caso è stato più volte richiamato nella preghiera, sottolineando anzi il dovere in coscienza di parlare da parte di chi dovesse avere qualche notizia utile per il ritrovamento della persona in questione.
L’ altra problematica propria di queste ore riguarda il sistema viario di accesso alla città, dopo che nell’ultimo periodo pare proprio che qualche incidente grave, sia stato causato dalla mancata manutenzione.
A provocare la discussione un servizio, di uno dei più bravi giornalisti favaresi, Giuseppe Moscato, attento e tempestivo nel cogliere la sensibilità del momento, che, con abile venatura ironica, ad un suo servizio giornalistico ha dato il titolo: “Tutte le strade (dissestate, franate, rotte e pericolose) portano a Favara”.
Un servizio giornalistico, sereno, obiettivo,dettagliato, tristemente realistico, senza possibilità alcuna di smentita perché la realtà è sotto gli occhi di tutti………
Sono state esaminate dettagliatamente tutte le cinque strade di uscita e di accesso alla città, dalla Strada Provinciale m 80, alla via “Che Guevara”, la cosiddetta la “Esa-Chimento”, che si sceglie per andare verso la direttrice SS 640, alla ex strada Esa di Contrada San Biagio che va a sboccare nella variante della Mosella e quindi immette pure sulla SS 640; alla strada della “Crocca per andare al mare… “Crocca”, che è la sede storica di una Prova Speciale del “Fabaria Rally” ma anche teatro di tanti incidenti stradali mortali, l’ultimo quello che ha visto coinvolta la piccola Sofia”; e ancora sempre Moscato, “un po’ più sicuri (si fa per dire) nel riagganciarci alla SS122 in direzione nord-est, ovvero se vogliamo andare verso Castrofilippo, E per concludere, sempre l’attento Giuseppe Moscato, la “situazione peggiora, invece, se dobbiamo raggiungere la SS 189 per Palermo o la SS 640 per Caltanissetta percorrendo, dopo essere usciti da Favara dalla via Regione Siciliana, la Sp 3 in direzione Aragona”.
I commenti concordano all’unisono perché si tratta – ripetiamo – di un servizio giornalistico, sereno, obiettivo,dettagliato, tristemente realistico, senza possibilità alcuna di smentita perché la realtà è sotto gli occhi di tutti.
Non mancano le intelligenti provocazioni come quella di una manifestazione per bloccare con le proprie auto tutte e cinque le strade di accesso alla città, perché pericolose, con frane, dissesti, avvallamenti, cedimenti, ecc.ecc.
Una proposta questa di bloccare come protesta che, malgrado tutto, mi viene da pensare non si realizzerà.
Perché forse il danno più grave che è stato arrecato alla città, magari inconsapevolmente da quelli che prima avevano la capacità di arringare il popolo e le masse favaresi, è stato quello che, andati al Governo ed all’Amministrazione della città, sono stati capaci di far perdere al popolo, gradualmente ma inesorabilmente, la capacità generale di indignarsi anche di fronte ai disservizi più gravi ed evidenti.
Un atteggiamento questo, che al momento sembra veramente irreversibile, mentre risulta in crescita la rassegnazione.
Viene naturalmente da chiedersi come mai tutte le Autorità politiche, civili, tecniche , burocratiche, del recente passato e del presente, specie naturalmente quelle in carica a livello Comunale, Provinciale e Regionale cosa aspettano per intervenire, dato che tutto sembra unicamente orientato solo ed unicamente al peggio.
Proprio per Favara, sarebbe doveroso ricordare il fattaccio del 23 gennaio 2011, quando nel crollo improvviso di via Del Carmine perirono due sorelline.
Il nostro don Franco, allora non ancora cardinale, si rifiutò di presiedere (pur essendo presente) in Chiesa Madre, la concelebrazione di suffragio,con le motivazioni che sappiamo.
Ma che terra pirandelliana è la nostra !
Occorre subito un risveglio prima che succeda ancora qualche altro grave incidente; dopo il quale non si sa a quale logica di scaricabarile bisognerà fare ricorso per sfuggire a possibili condanne di carattere civile e/o penale.
Diego Acquisto