Favara – L’opposizione politica interviene sul problema Farm e chiede chiarezza
L’opposizione politica, rappresentata in Consiglio Comunale da nove Consiglieri (in ordine alfabetico: Caramazza Sergio– Castronovo Rossana – Chiapparo Mariafilì- Fanara Salvatore- Giudice Salvatore, – Maglio Vito- Mossuto Laura- Nobile Giuseppe- Scalia Antonio, tutti , ci sembra, di diversa sensibilità e se non proprio di diverso orientamento ideologico e culturale), ha reso pubblico ieri un documento unitario sulla vicenda Farm.
Ricordiamo che nel corso della vicenda Farm , l’opposizione aveva mantenuto un comportamento di responsabile silenzio. Per un verso, non “cavalcando la tigre” contro l’apparato burocratico-politico del Comune , e per un altro verso non unendosi al tifo, spesso acritico, mistificatorio e non privo di gesti davvero discutibili, che non rendono sicuramente un buon servizio alla Farm.
Ieri concordemente tutta l’opposizione ha reso pubblico un documento per chiedere ufficialmente al Sindaco pentastellato Anna Alba, che guida una giunta monocolore ed è sostenuta in Consiglio Comunale da 14 Consiglieri pentastellati su 24, di relazionare urgentemente al Consiglio Comunale, “in forma scritta e orale e con carattere d’urgenza, sugli atti amministrativi che intende adottare per addivenire a una soluzione condivisa tra le parti, in grado di coniugare il rispetto della Legalità e, nondimeno, la continuità del progetto di Farm Cultural Park”.
La scelta di intervenire ieri da parte dell’opposizione non ci sembra davvero casuale, in considerazione di atteggiamenti, comportamenti e soprattutto interventi, fuori tema, (per usare solo un benevolo eufemismo), che, anche da parte di gente che non conosce né comprende la realtà favarese, venivano lanciati sulla stampa nazionale e sui social network. Una vera e propria valanga di giudizi avventati, velenosi, al limite della palese faziosità, che hanno suscitato a Favara, tra la stragrande maggioranza dei favaresi, unanime condanna ed indignazione.
Favara non merita assolutamente certi giudizi, oltretutto preconcetti. Eventuali mancanze e responsabilità da parte di burocrati, che avrebbero messo in atto una strategia ostruzionistica su cose buone, approvate e volute dai responsabili istituzionali eletti dal popolo, se accertati, devono essere adeguatamente sanzionati. Quello che si è detto anche negli anni passati, su una politica giudicata debole o incapace, se non collusa ! e che deve essere ripetuto con più forza ancora oggi, in considerazione del concorde anelito a volere “ridisegnare Favara” nella legalità. .
Non sappiamo quali sviluppi ci possano essere, né se ci sarà qualche strascico giudiziario, da parte di chi intende tutelare la propria personale onorabilità.
Su chi presiede le istituzioni sicuramente incombe il dovere di tutelare l’onorabilità della città, nella maniera più efficace.
L’opinione pubblica ha diritto di sapere. E sino a questo momento, a parte il comunicato congiunto FARM-Comune del 3 agosto sull’accordo raggiunto, i cittadini conoscono solo il comunicato ufficiale del 31 luglio u.s., in cui il sindaco Anna Alba comunicava di avere “letto attentamente le controdeduzioni del notaio Andrea Bartoli relative all’ordinanza n.ro 146/2017”, di averli confrontati con “le modalità adottate dai pubblici ufficiali (del Comune) in ossequio ai criteri di onestà, trasparenza e competenza”; e dopo avere ricordato che “insiste un fascicolo aperto presso la Procura della Repubblica di Agrigento”, ha dichiarato che i funzionari del Comune “ hanno agito esercitando le proprie funzioni nel pieno rispetto delle leggi e dei regolamenti in vigore”.
Crediamo di capire che una cosa è il percorso amministrativo, un’altra cosa è il percorso seguito dalla Magistratura per accertare possibili illegalità ed eventuali lesioni di diritti di persone.
Nella visione cristiana tutti i beni devono essere sempre a servizio della persona, che deve avere la centralità.
Certamente il bene comune ha la precedenza su quello privato, ed in questo la competenza e la sensibilità del legislatore, che deve intervenire tempestivamente.
Intanto a Favara bisogna riportare il dibattito su temi alti , da dove è iniziato ! cioè sulla legalità. Una legalità da coniugare anche (perché no ?) con la possibilità di estendere il gusto artistico sul piano della giustizia sociale, per recuperare la capacità anche di sapersi indignare davanti a lavori a nero, ad orari di lavoro fuori dalla norma, a retribuzioni mortificanti, mentre una fascia ristretta, possibilmente, accresce sempre più il suo benessere.
Anche a Favara dovremmo potere dire e festeggiare uno slogan come questo: “Quando l’arte spezza le catene”.
L’arte intanto come strumento e opportunità per parlare di legalità vera e di giustizia sociale collegata. L’arte per fare chiarezza ! Un pensiero questo con cui prima o dopo, da parte di tutti , con coraggio ci si deve confrontare .
Diego Acquisto