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Home » Cronaca » Favara, ex datore lavoro Gessica rischia processo per estorsione

Favara, ex datore lavoro Gessica rischia processo per estorsione

Redazione Di Redazione
3 Aprile 2019
in Cronaca, evidenza, Favara
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Udienza preliminare, avanti il Gup del Tribunale di Agrigento Alessandra Vella, nell’ambito della richiesta di rinvio a giudizio formulata dal sostituto procuratore della Repubblica Chiara Bisso nei confronti di Gaspare Volpe, alias “baddaru”, 61 anni di Favara, noto per essere l’ex datore di lavoro di Gessica Lattuca, la ragazza madre di quattro figli scomparsa dal 12 agosto dello scorso anno. Il reato ipotizzato dagli inquirenti è quello di estorsione. Questa mattina si è costituito parte civile l’operaio “vittima” da cui nasce la vicenda.

La storia risale a tre anni fa a seguito di una querela sporta da tale Vincenzo Farruggia che lamentava le ripetute minacce mosse dal Volpe in seguito ad un furto avvenuto in una casa rurale di quest’ultimo: Volpe pensava che il furto fosse opera di Farruggia e, per tale motivo, iniziò a minacciarlo chiedendogli ripetutamente denaro a titolo di risarcimento.  Farruggia pagò – secondo la ricostruzione – 2 mila euro sperando di poter mettere fine a questa spirale. Ma questo non avvenne perché nuove richieste furono avanzate dal Volpe anche nei confronti della convivente del Farruggia.

Da lì gli inquirenti decidono di vederci chiaro e mettono sotto controllo il cellulare di “Baddaru”. Nello stesso procedimento è indagato uno spacciatore, Angelo Stagno, che – secondo quanto emerso dalle indagini – riforniva di droga il Volpe.

Le parti offese sono Vincenzo, Alfonso e Salvatore Farruggia, tutti di Favara. Tutto nasce dal fatto che Volpe, convinto di aver subito un furto durante dei lavori edili presso la sua abitazione, avrebbe minacciato uno degli operai che aveva effettuato i suddetti lavori, convinto che fosse lui l’autore del furto. “Appena ti incontro per strada, ti schiaccio con la macchina, ti ammazzo”. Questo il tenore delle minacce che Volpe avrebbe proferito. L’operaio per timore di ritorsioni si sarebbe fatto prestare 2.000 euro dai fratelli, soldi che avrebbe consegnato all’anziano favarese. Sempre la Bisso ha chiesto, inolte, il rinvio a giudizio di un altro favarese, Angelo Stagno, 30 anni, accusato di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini dello spaccio. La richiesta di rinvio a giudizio per Stagno deriverebbe da alcune intercettazioni in possesso degli inquirenti, intercettazioni che questi ultimi hanno disposto dopo la denuncia delle presunte vittime di estorsione. Si torna in aula il 12 giugno.  Dal Web (Grandangolo.it)

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