Crisi del settore ricettivo, in provincia hanno chiuso 15 strutture
I flussi turistici in provincia di Agrigento sono in netto calo rispetto al passato, o quasi.
Tutto è contenuto in un piano strategico regionale di sviluppo per il periodo 2019/2023 firmato dall’assessorato regionale al Turismo che, utilizzando studi realizzati da altri enti, rielaborati dalla Regione, traccia un quadro a tinte chiaro scure del comparto sull’isola con una incidenza negativa sulla Valle dei Templi di Agrigento. A livello regionale, per quanto riguarda gli arrivi crescono soprattutto Ragusa che ha avuto +13,8%) ed Enna +(5,3%) mentre calano Siracusa (-7,2%), Caltanissetta (-3,6%), Trapani e Agrigento (-1,5%). Per le presenze Ragusa guadagna il 13,2%, Enna l’11% e Trapani 2,1%. In calo Siracusa a -4,7%, Caltanissetta a -4,5% e Agrigento a -1,4%. Si parla di un calo di 20.000 visitatori in meno nella Valle dei Templi.
Dati negativi per la provincia agrigentina che veniva da un periodo positivo che si è fermato a fine 2018.
Ma il problema è nazionale. Dopo l’anno boom, il 2017, quando gli italiani scelsero – per ragioni geopolitiche internazionali – di restare in Italia, si è registrato un calo annuo del 30% nelle province siciliane, a partire già dallo scorso anno.
Per il presidente di Assoturismo Confesercenti Vittorio Messina: «Il vistoso calo di presenze turistiche, registrato nell’agrigentino da maggio a fine agosto, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, rappresenta un segnale da non sottovalutare anche se sicuramente nella perdita di 20 mila unità il cattivo tempo che ha caratterizzato tutto il mese di maggio ha avuto la sua parte». Messina evidenzia in particolare: «Lo scarto che si registra tra gli accessi alla Valle dei Templi e le presenze in città, dato che questo conferma che non si è riusciti a rendere attrattivo il centro storico di Agrigento che ha tutti i toli per essere considerato il cuore di una grande città d’arte. Una situazione che avrebbe destato preoccupazione tra gli operatori del settore – aggiunge l’ex presidente della Camera di commercio – nonostante Agrigento abbia le caratteristiche per essere una città d’arte.
L’arte – dice ancora Messina – è una grande motivazione di viaggio e le ricerche dimostrano che, rispetto al passato, il turista oggi si muove spinto dalla motivazione più che dalla destinazione. Ma, a volte, i luoghi d’arte e cultura hanno difficoltà a intercettare i flussi turistici – continua – perché non dispongono di competenze e relazioni adeguate. Bisogna allora mettere in comunicazione diretta questi due mondi, per sviluppare nuovi e significativi flussi turistici. Il mondo dell’arte e della cultura è oggi più che mai alla ricerca di nuove fonti di sostegno economico. Aumentare il flusso di viaggiatori – continua – obbliga a risolvere problemi legati alla tipologia di questi flussi, alla corretta gestione e uso del patrimonio artistico e dei beni culturali». Messina ritiene inoltre: «fondamentale lavorare affinché l’offerta turistica, artistica e culturale sappia raccogliere la sfida dell’integrazione e della digitalizzazione. In questo senso bisogna lavorare per rispondere alla necessità di un ecosistema digitale culturale, che permetta di mettere ordine nell’intricato panorama di soluzioni e servizi attualmente disponibili e di attivare un nuovo scenario di fruizione di dati specificatamente progettato per il visitatore d’oggi. Per mettere in comunicazione i siti culturali con i turisti – prosegue – serve in particolare dedicarsi all’offerta di forza lavoro qualificata e alla diffusione di campagne di marketing efficaci, all’arredo urbano che consenta una gradevole fruibilità e accessibilità del patrimonio culturale, alla sua adeguata tutela e valorizzazione, cioè ad un insieme di elementi che chiama in causa molteplici centri decisionali, che devono agire in maniera unanime e concorde». (Paolo Picone – Dal Giornale di Sicilia)