C’è anche un agrigentino tre le vittime della tragica esplosione, di venerdì pomeriggio, in un laboratorio di canapa terapeutica a Gubbio, in Umbria. Per cause non ancora accertate c’è stata una deflagrazione nel capannone, all’interno del quale lavoravano alcuni operai. Allo scoppio è seguito il crollo del solaio che non ha dato scampo a Samuel Cuffaro, di 19 anni di Raffadali, e ad una donna Elisabetta D’Innocenzo, 52 anni. Samuel Cuffaro aveva 19 anni, era uno studente lavoratore dell’Ipsia Gattapone di Gubbio. Aveva fatto una scelta, decidendo di non gravare sul bilancio familiare, e pagare i suoi studi, con il proprio lavoro.
Sulle cause della deflagrazione sono ancora in corso le indagini. Ci sono due indagati: i titolari dell’azienda. Gli investigatori stanno cercando di accertare le cause dell’esplosione. In un primo momento si pensava ad una fuga di gas, ma l’attenzione si sarebbe concentrata sulla presenza di alcuni solventi utilizzati per abbassare la sogli di Thc della cannabis, in modo da rendere legale la vendita. Solventi che potrebbero aver saturato le stanze dove veniva lavorato il prodotto e poi una scintilla avrebbe provocato prima l’esplosione e poi le fiamme.
Sotto choc l’intera comunità raffadalese, con in testa il sindaco Silvio Cuffaro che ha manifestato il suo dolore per la tragedia avvenuta, porgendo le condoglianze alla famiglia.
La bacheca Facebook di Samuel è piena di messaggio di amici, compagni di scuola e conoscenti. Gli stessi che ieri non si sono staccati dalla scena della tragedia, rimanendo accanto alla famiglia fino all’ultimo. “Ciao Samuel è stato bello conoscerti ti ricorderò sempre con il sorriso in faccia che tenevi”.
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