Ridotta la condanna per la studentessa agrigentina coinvolta nell’inchiesta, sulla presunta compravendita di esami all’Università di Palermo. I giudici della Corte di Appello, hanno diminuito la pena a 3 anni e 6 mesi di reclusione nei confronti di Alexandra Rita Ntonopoulou, 37 anni, di Grotte, accusata di avere “comprato” sette esami del corso di Architettura. In primo grado era stata condannata a 5 anni.
Secondo l’accusa, tra il 2007 e il 2010 bastava pagare e nel piano di studi spuntavano esami mai sostenuti. Non c’era bisogno di presentarsi davanti ai docenti della facoltà di Economia e Commercio, Architettura e Ingegneria. Fino a quando la Squadra mobile non misero il naso nei segreti dell’Ateneo.
L’inchiesta prese le mosse dalla denuncia di Rosalba Volpicelli, impiegata poi licenziata dall’Università, che nel frattempo è deceduta, che raccontò ai poliziotti di essere stata avvicinata e minacciata da alcuni universitari. Solo che poi fu lei stessa travolta dall’indagine. Alcuni studenti confessarono e si trovò traccia degli accessi illeciti nel cervellone elettronico dell’Ateneo.
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