Errore cumulo pena corretto: ridotta condanna, detenuto in semilibertà e ammesso al lavoro esterno
Ha contattato una avvocatessa del foro di Agrigento e scrivendole le ha chiesto di valutare le innumerevoli vicende giudiziarie in cui era rimasto coinvolto e condannato. A prendere a cuore le sorti di un detenuto da diverso tempo recluso nel carcere di Porto Azzurro, in Toscana, dove sta scontando un cumulo di condanne per complessivi 36 anni di reclusione per numerose estorsioni commesse in più territori della Penisola, è stata la legale agrigentina, Monica Malogioglio (Nella Foto). L’avvocatessa si è accorta di un grave errore giudiziario. “Per il criterio moderatore in questi casi – ha ricordato la legale – la pena non può superare i trenta anni di reclusione”. E la Procura della Repubblica di Agrigento, su richiesta dell’avvocatessa Malogioglio, ha ridotto la pena cumulativamente inflitta da 36 a 30 anni.
Il detenuto con la nuova pronuncia adesso potrà beneficiare della semilibertà. “Per la Cassazione – ricorda l’avvocatessa agrigentina – deve sempre essere assicurata una speranza di vita futura, da libero, del condannato: proprio per questo l’addizione aritmetica delle varie pene potrebbe, infatti, condurre alla esorbitante condanna ad una pena complessiva superiore alla previsione di vita del condannato, frustrandosi così il principio rieducativo”. Nel caso in questione il detenuto si è visto ridurre la pena ai 30 anni di reclusione, e tenuto conto di quanto già ampiamente scontato potrà completare il percorso rieducativo intrapreso in quanto era stato ammesso al beneficio del lavoro all’esterno in una panetteria, usufruendo della semilibertà.
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