L’emergenza rifiuti è diventata questione regionale. I sindaci siciliani hanno chiesto un confronto con il governo Musumeci a proposito della raccolta dei rifiuti. Ieri a Palermo, si è riunito un tavolo tecnico promosso da Anci Sicilia per discutere di gestione integrata dei rifiuti, effetti derivanti dall’ordinanza del 7 giugno scorso e degli Ato in liquidazione. All’incontro era presente anche il sindaco di Agrigento Calogero Firetto.
“Abbiamo scontato la chiusura della discarica di Siculiana, costringendoci a conferire il secco residuo a 140 chilometri, ma rispetto ad altre città Siciliane siamo un comune virtuoso”. Dice il primo cittadino. “Tutto questo – ricorda – tenuto conto che se ad Agrigento non fosse partita la differenziata oggi ci saremmo trovati a far fronte a un balzello in più da sostenere, adesso la questione va affrontata con il Governo che deve fornire ai comuni gli strumenti per garantire le giuste soluzioni“.
Sotto accusa l’ordinanza del 7 giugno scorso con la quale Musumeci ha rivoluzionato il sistema di raccolta e smaltimento introducendo obblighi stringenti a carico dei sindaci. Tre i punti principali: entro fine giugno vanno attivati nuovi piani per aumentare la raccolta differenziata e puntare al 65% previsto dalla legge (oggi mediamente si oscilla fra il 15 e il 20%), entro fine luglio ogni sindaco deve trovare una ditta e un sito fuori dall’Isola in cui smaltire i rifiuti indifferenziati, infine dal primo ottobre potrà essere smaltito in discarica solo il 70% delle attuali quantità. Sono misure dettate anche dall’urgenza di bloccare l’invio di rifiuti in discariche ormai a un passo dalla saturazione.
A margine della riunione i sindaci hanno diramato una nota stampa.
“Quest’ultima ordinanza approvata dal governo regionale – spiegano Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano, rispettivamente presidente e segretario generale dell’AnciSicilia – dalla stragrande maggioranza dei sindaci è avvertita come una scelta che va in direzione opposta all’idea di leale collaborazione tra i diversi livelli istituzionali nella quale crediamo. L’idea che in meno di un mese, a prescindere dalle specifiche caratteristiche territoriali, dalle profonde differenze di popolazione, dalla vocazione turistica, dalla presenza o meno di adeguati impianti, dall’essere un’area metropolitana o un’area interna, si possa chiedere ai comuni di recuperare quello che questi ultimi e la stessa Regione non sono riusciti a fare nell’arco degli anni, non è sostenibile”.
“Infine, minacciare di commissariare i comuni – aggiungono Orlando e Alvano – non è certamente un segnale positivo nella costruzione di un clima favorevole alla risoluzione di un problema complesso come quello della gestione integrata dei rifiuti”.
Alla luce di ciò, viene considerato urgente un confronto tra l’Associazione dei comuni siciliani e il Governo regionale sui diversi aspetti della gestione integrata dei rifiuti.
Nel frattempo, si sono riuniti ieri pomeriggio in prefettura anche i sindaci della SRR Trapani Nord, che comprende i Comuni di Buseto Palizzolo, Calatafimi-Segesta, Castellammare del Golfo, Custonaci, Erice, Favignana, Marsala, Paceco, San Vito Lo Capo, Trapani e Valderice. Anche in questa sede, è stata ribadita la necessità di un confronto tra i primi cittadini e la Regione.
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