Domenica scorsa 18 aprile si sono compiuti 73 anni dall’elezione del primo Parlamento repubblicano in Italia.Nel 1948, cioè 73 anni fa, il 18 aprile era una domenica, come proprio quest’anno e gli italiani, dopo la dittatura di marca fascista durata un ventennio, durante il quale le votazioni erano una farsa… finalmente il 18 aprile 1948 , con i criteri appena fissati dalla nuova Carta Costituzionale che aveva sostituito lo Statuto Albertino, furono chiamati alle urne per eleggere democraticamente i propri rappresentanti nel Parlamento repubblicano, bicamerale, di Camera e Senato. Si tennero cioè le prime elezioni politiche dopo la nascita della Repubblica
ricordiamo – che è nata il 2 giugno 1946 con il referendum istituzionale. Domenica 18 aprile 1948 si tennero le prime elezioni politiche, a cui ebbero diritto di partecipare anche le donne…Aspra e combattuta fu la campagna elettorale. Si scontravano le due principali culture, quella cattolica e quella social-comunista; ed in questa fascia culturale social-comunista c’era una discreta rappresentanza di stalinisti, cioè di comunisti stalinisti, considerata allora, e giustamente come la storia ha poi chiaramente dimostrato – pericolosissima…pericolosissima per la libertà…per cui l’Italia rischiava di passare dalla padella alla brace, cioè dalla dittatura fascista a quella comunista stalinista….. ecco perciò in Italia una lotta senza quartiere per conquistare il consenso alla vera democrazia…una lotta che vide la Chiesa istituzionale del tempo in prima linea… in primissima linea. Direttamente coinvolti comunque i Partiti di massa che pure per approvare la Carta Costituzionale avevano già avuto modo di accordarsi, ed anzi avevano raggiunto un larghissimo accordo per approvare la Costituzione. Le due culture in lotta erano la Democrazia Cristiana ed il Fronte Popolare, formato dal Partito comunista, con la buone dose di stalinisti e quello socialista; due fronti DC e Partito Popolare socialcomunista appassionatamente contrapposti che incidevano molto nel tessuto sociale. — I due grossi schieramenti politici, Democrazia Cristiana e Fronte Popolare, contrapposti ed avversari sul piano ideologico, si rivelavano tuttavia chiaramente responsabili e reciprocamente complementari nell’assicurare e garantire un equilibrio al nuovo sistema politico che doveva iniziare, dopo l’esperienza fascista. Insomma come si suole opportunamente sintetizzare, due “modelli contro”, ma accumunati dall’antifascismo e dalla volontà e passione di dare un nuovo volto e taglio alla democrazia.—La Democrazia Cristiana aveva il suo leader nella nobile figura del trentino Alcide De Gasperi, mentre il Fronte Popolare, (comunisti e socialisti) era rispettivamente guidato dal piemontese Palmiro Togliatti e dal romagnolo Pietro Nenni, due figure anche queste di grande caratura, politica ed umana . — Le Sinistre, a cui bisogna dare atto di avere positivamente ed attivamente operato nella guerra di Liberazione, erano pressoché sicure di vincere la competizione elettorale. Ma i risultati che uscirono dal segreto dell’urna, fortunatamente per l’Italia, furono per loro un’amara sorpresa. Diciamo fortunatamente, specialmente col senno di poi, per quella componente stalinista…..di cui in seguito si saprà quello che avrebbe potuto operare andando al potere.—La Democrazia Cristiana riuscì vittoriosa, anzi ottenne la maggioranza assoluta, con oltre 12 milioni di voti, superando largamente il Fronte Popolare. Che restava nettamente in minoranza anche se si fosse aggiunto quel gruppo di socialisti di Ivan Matteo Lombardo, che aveva rotto con il Fronte in polemica con i Comunisti, ottenendo però 2 milioni di consensi. —Il resto si conosce bene. Quel 18 aprile 1948 segnò per decenni la vita politica e sociale italiana, con la prevalenza della Democrazia Cristiana sino al 1994; con la costante tendenza della DC a coinvolgere sempre le altre forze politiche; ed modo di governare della DC, – a parte i giudizi contrastanti – segnò un aumento pressoché costante della classe media e quindi nel complesso una più equilibrata distribuzione della ricchezza prodotta, proprio in netto contrasto con quello che hanno registrato anche le ultime statistiche che, specie nel Meridione impietosamente evidenziano soprattutto nell’ultimo decennio un pauroso allargamento della povertà ed una incredibile crescita delle diseguaglianze, con la quasi totale scomparsa della classe media. —Tutto un quadro preoccupante che pone adesso seri interrogativi su come sia cambiato il clima ed il rapporto fra politica e società, fra governanti e governati, e anche fra comunicazione e opinione pubblica.–Gli anniversari possono essere utili e determinanti non solo per tenere vivo il ricordo di un evento assai importante, ma anche perché dal passato si possono cogliere nuovi e possibili spunti di riflessione per affrontare e risolvere positivamente i problemi del presente. — Il primo dei quali l’attuale pasticcio successivo al 4 marzo 2018 , frutto della legge elettorale cosiddetta Rosatellum; che contrariamente al desiderio dei Partiti che si erano messi d’accordo ad approvare quella legge, non è stato possibile costruire in Parlamento quella base numerica che loro desideravano….la base desiderata da loro – ( cioè da quei Partiti che avevano votato il Rosatellum !) risultava insufficiente. Così abbiamo avuto il Conte-1 e Conte-2 con il Movimento 5-Steelle, primo partito col 33% allearsi con la Lega….e poi con il PD…..e quindi adesso dopo il Conte-2 il governo Draghi appoggiato da tutti, ad eccezione di un solo Partito, Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, guidato da Giorgia Meloni, che magari riceve insulti democraticamente-mostruosi, ma che forse anche per questo, dai sondaggi risulta in crescita.—La data del 18 aprile dovrebbe dire a tutti, che dovendo mettere al primo posto il bene comune occorre elaborare un nuovo modo di gestire la cultura politica…anzitutto libera da pregiudizi, risentimenti, rancori, puntigli, dogmi ideologici e quant’altro,… per recuperare quello che non è stato fatto e passare decisamente al dunque, cioè alle cose da fare. E senza chiacchiere e pretesti inutili, puntare ad abolire privilegi e sperperi, per liberare risorse ed avviare la riduzione delle sofferenze e diseguaglianze sociali. Potrà sembrare un’utopia, ma sarebbe ed è l’unica cosa sensata da fare.
Un’altra data assai importante è quella di questa domenica 25 aprile, festa della Liberazione. Una data per la quale deve essere abbandonata ogni aberrante interpretazione! perché è una data consacrata dalla storia contemporanea. E quella di quest’anno è la 76ma ricorrenza , a ricordo di quel 25 aprile 1945 quando finalmente l’Italia, con l’aiuto delle forze anglo-americane ed il sacrificio di tantissimi gruppi di Partigiani di tutti i colori, è riuscita a liberarsi dall’incubo nazi-fascista, liberando tutto il suo territorio.—Dopo un biennio terribile, dal 1943 al 1945 di atrocità inaudite, culminate nell’obbrobrio dei cadaveri penzoloni, a testa in giù, a Milano in Piazza Loreto. — Un cammino nuovo marchiato da questo obbrobrio, ma che tuttavia ha portato con spirito unitario, uomini che non si sono fatti condizionare da questo obbrobrio, anzitutto alla proclamazione della Repubblica.— Non solo ! ma anche ad approvare, a larghissima maggioranza, una Costituzione che è quella che abbiamo, giudicata tra le migliori, se non proprio la migliore del mondo, nei suoi principi fondamentali di libertà, uguaglianza e rispetto per la persona, indipendentemente dalla razza e dal credo religioso o politico.
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