E’ stata trasferita ieri mattina in ambulanza all’ospedale di Enna, la giovane donna, di origine romena, affetta da tubercolosi, che ha ricevuto le prime cure all’ospedale Barone Lombardo di Canicattì. La ragazza sta bene e sarà i cura nel reparto di malattie infettive del nosocomio ennese. Quando si è presentata in ospedale a Canicattì i medici hanno subito diagnosticato la malattia. Ed è stata immediatamente posta in “isolamento”. Immediatamente la direzione sanitaria dell’ospedale, attualmente affidata al dottor Giuseppe Augello, ha informato i vertici dell’Asp di Agrigento, ed è stata inoltrata richiesta di ricovero in strutture sanitarie dotate del reparto per le malattie infettive e rianimazione. Che a Canicattì non esistono in pianta organica. Ma dalla ricerca fatta è emerso che non c’erano posti in ospedali con queste caratteristiche e quindi la paziente è stata trattenuta e posta in isolamento. E soltanto ieri mattina è stata trasferita ad Enna.
Il personale che si occupa della donna è dotato dei dispositivi individuali di protezione, i Dpi, cioè mascherine e quant’altro necessario ad evitare ogni possibile contagio. “Non bisogna fare allarmismi – ha detto il direttore sanitario dell’ospedale di Canicattì, Giuseppe Augello. Anzi vogliamo rassicurare i pazienti e gli operatori del nosocomio che sono state attivate tutte le procedure previste dal protocollo. La paziente, una volta individuata la causa e diagnostica la malattia, è stata posta in isolamento ed il personale non corre alcun pericolo perché comunque dotato dei dispositivi di protezione”. Il panico però si è scatenato tra i pazienti ricoverati in ospedale. Molti hanno lamentato il fatto che la paziente era tranquillamente in giro per i reparti.
Circostanza smentita categoricamente dal dottor Augello che ha confermato che la paziente è ricoverata in isolamento. La tubercolosi, nota come Tbc, è una malattia infettiva che in alcuni casi, se non trattata tempestivamente, può portare serie conseguenze. La tubercolosi è infatti una malattia che si trasmette per via aerea anche solo attraverso le gocce di saliva di una persona malata. Bastano infatti pochi colpi di tosse o starnuti per diffondere il batterio nell’ambiente circostante ma c’è da dire che, anche se intorno ci sono persone, non sempre questo riesce ad attecchire e quindi sviluppare la malattia a tutti gli effetti. Sistemi immunitari in buone condizioni, infatti, sono in grado di spegnere sul nascere la malattia andando subito a bloccare il batterio incriminato e dunque non facendo comparire alcun sintomo. Paolo Picone