Anoressia, bulimia e altri disturbi della nutrizione e dell’alimentazione rappresentano una realtà sempre più diffusa in Italia, con oltre 3,5 milioni di persone coinvolte. A preoccupare maggiormente è l’impatto sui più piccoli: il 30% dei nuovi casi riguarda bambini e ragazzi sotto i 14 anni, segno di un esordio sempre più precoce e di una crescente vulnerabilità tra i giovanissimi.
Il fenomeno, però, non si limita al contesto italiano. Nel mondo oltre 55 milioni di persone sono attualmente in trattamento per disturbi del comportamento alimentare, secondo dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Negli Stati Uniti, i disturbi alimentari colpiscono circa il 9% della popolazione (circa 28,8 milioni di persone), e rappresentano una delle principali cause di morte tra le patologie psichiatriche, secondi solo alle overdose.
A questa crescita allarmante si è aggiunto l’impatto della pandemia di COVID-19, che ha amplificato ulteriormente la diffusione dei disturbi alimentari a livello globale. Secondo l’articolo Eating disorders in the time of COVID-19 pubblicato nel Journal of Eating Disorders, il periodo pandemico ha generato un aumento significativo di ansia, tristezza, rabbia e solitudine, specialmente tra le persone affette da anoressia nervosa. L’isolamento sociale, l’incertezza e la paura hanno aggravato il rapporto con il cibo, complicato anche dall’insicurezza alimentare e dagli acquisti impulsivi dettati dal panico.
A fronte di questa crescita, si rafforza la necessità di percorsi terapeutici efficaci, strutturati e multidisciplinari. I disturbi alimentari, infatti, non coinvolgono solo il comportamento legato al cibo, ma hanno profonde implicazioni psicologiche e relazionali. Per questo, il trattamento richiede l’intervento coordinato di diverse figure professionali e un supporto costante, anche per le famiglie.
Negli ultimi anni, in diverse regioni italiane si stanno sviluppando realtà specializzate capaci di offrire risposte sempre più mirate. Lilac Centro DCA è un esempio di struttura che sta modificando i propri approcci terapeutici per adeguarsi ai cambiamenti in atto, garantendo un’assistenza coordinata e continuativa per le persone che ne necessitano.
La crescente diffusione dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione costituisce una sfida complessa, sia dal punto di vista sanitario che sociale. Affrontarla richiede una maggiore consapevolezza collettiva, investimenti specifici e un’azione sinergica da parte delle istituzioni, degli operatori sanitari e della società civile. Solo attraverso un impegno condiviso sarà possibile potenziare i percorsi di cura e offrire un reale sostegno a chi affronta quotidianamente queste difficili condizioni.
Segui il canale AgrigentoOggi su WhatsApp